Il 29 agosto si sono svolti i funerali di Alberto Balocco, l’imprenditore e amministratore delegato della omonima industria di dolciumi e del panettone mandorlato. Si sono svolti a Fossano (Cuneo) città dove risiedeva con la propria famiglia.
Alle 15.30 nella Cattedrale cittadina nella stessa città dove era ubicata l’azienda di famiglia con più di 500 dipendenti. A sole poche settimane dalla morte del papà Aldo scomparso all’età di 91 anni.
A stroncare la vita di Alberto Balocco, invece, una tragica fatalità, un tragico incidente che ha coinvolto lui ed il suo amico Davide Vigo, anche egli rimasto ucciso. Colpiti da un fulmine mentre erano in bicicletta.
I due amici 56 anni Alberto Balocco e 55 anni Davide Vigo, appassionati di ciclismo stavano percorrendo il colle dell’Assietta in Val di Susa, in mountain bike quando sono stati colpiti da un fulmine che li ha stroncati lì sul ciglio della strada.
Sorpresi da un violento temporale, uno di quei temporali ai quali ci stiamo abituando ultimamente denominati eventi climatici catastrofici. Mentre cercavano di raggiungere il rifugio sono morti entrambi.
Per i funerali dell’imprenditore dolciario si è fermata tutta la città, alcuni eventi sono anche stati rimandati nei giorni scorsi in segno di lutto e di rispetto. Oggi mentre il corteo funebre raggiungeva la Cattedrale le serrande dei negozi erano abbassate, le bandiere a mezza asta.
Gli sguardi dei presenti sono rivolti in una unica direzione verso quella bara che procede tra due ali dei dipendenti della “Balocco” in maglietta bianca con tanto di scritta rossa.
Sono tanti gli operai che lo piangono, ci sono tante donne, molti giovani ognuno lo ricorda per qualche aneddoto, nessuno lo ricorda come un padrone ma bensì piuttosto come un compagno di lavoro con il quale potevi parlare dei tuoi problemi e trovare un conforto da lui.
Il signor Balocco, come lo chiamano i suoi operai, lascia la moglie Susy ed i suoi tre figli Diletta, Marco, Gabriele. A stringersi con loro in un abbraccio anche la sorella Alessandra che guidava proprio con lui l’azienda di famiglia.
In Chiesa a ricordarlo è la figlia Diletta. Una lettera a nome di tutta la sua famiglia, una ultima celebrazione nei confronti di un uomo, un marito, un padre esemplare del resto basta un colpo d’occhio per capire che c’è tutta la città, tutto si è fermato per quell’ultimo saluto.
Diletta parla di fortuna nella sua lettera rivolgendosi al Padre, all’amico, al collega al marito che tutti vorrebbero avere. Ed è proprio questa la fortuna alla quale la ragazza si riferisce, la fortuna di averlo potuto conoscere.
La fortuna di aver potuto condividere con lui tanti momenti ed aver potuto apprendere insegnamenti. Insegnamenti che adesso è arrivato il momento di dimostrare di aver appreso.
E’ commossa tutta l’assemblea al suono di quelle parole, nell’ascolto di quella lettera che si conclude nell’unico modo possibile: “Ti amiamo follemente. Ti ameremo sempre“.
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