Un caso di scambi in culla è quello che ha coinvolto 26 anni fa, all’ospedale di Canosa di Puglia, due bimbe. Una di loro, Antonella, insieme ai suoi “genitori biologici” Michele e Caterina e al fratello Francesco, ha chiesto un maxi risarcimento alla regione Puglia di 9 milioni di euro. Il 22 giugno 1989, al momento del parto cesareo, nella sala operatoria dell’ospedale c’erano due donne. A Michele e Caterina fu consegnata una bimba, alla quale fu dato il nome di Lorena. Adesso è sposata. I genitori raccontano che Lorena si sarebbe sentita sempre fuori luogo.
Antonella, invece, è finita in una famiglia indigente, che l’ha sottoposta ad umiliazioni e sofferenze. Poi la ragazza è stata adottata da una famiglia di Foggia, nonostante i suoi “genitori biologici” abbiano cercato di instaurare con lei un rapporto soddisfacente. I primi dubbi iniziarono nel 2012, quando una foto trovata su Facebook ha fatto emergere delle somiglianze incrociate. Le ragazze si sono sottoposte anche all’analisi del dna.
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