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Politica industriale e lavoro: siglato l’accordo tra Confservizi e sindacati

[didascalia fornitore=”ansa”]Il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, e il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan[/didascalia]

Il presidente di Confservizi, Giovanni Valotti, con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo, in rappresentanza della confederazione delle imprese dei servizi pubblici locali e delle tre maggiori organizzazioni sindacali hanno posto la firma su un avviso comune riguardante lo sviluppo delle economie territoriali, la politica industriale per i servizi pubblici, la crescita dimensionale delle imprese in un contesto competitivo, la tutela e lo sviluppo occupazionale nei servizi pubblici dell’energia, dell’ambiente, del servizio idrico e del trasporto locale, nonché la costituzione di un Osservatorio sulle politiche industriali che monitori l’applicazione degli aspetti condivisi.

Sindacati e Confservizi-Utilitalia-Asstra hanno siglato due documenti legati allo sviluppo delle relazioni industriali e della contrattazione collettiva all’interno dell’articolato mondo delle società di servizi pubblici partecipate dagli enti locali. “Sindacati e imprese – si legge in una nota – concordano sul fatto che la lieve fase di ripresa dell’Italia possa consolidarsi con il potenziamento degli investimenti per le infrastrutture dei servizi pubblici, anche per il ruolo che hanno per superare le differenze territoriali e in particolare del Mezzogiorno”.

“Per consentirne lo sviluppo, le parti – si legge nel documento – ribadiscono l’importanza di una governance stabile, di un consolidamento della regolazione indipendente (già sperimentata in energia, gas e acqua e avviata nel settore rifiuti) che bilanci gli interessi della popolazione servita con una gestione industriale efficiente, introduca più netta distinzione tra società di servizi pubblici a rilevanza economica nei confronti di società strumentali degli enti locali, eliminando vincoli burocratici che, anche in presenza di situazioni economico-patrimoniali positive, penalizzano le società a controllo pubblico estendendo a soggetti industriali norme tipiche della Pubblica amministrazione anche in materia di rapporti di lavoro”.

Le parti, si legge ancora, “ritengono necessario rimuovere ogni ostacolo all’industrializzazione dei servizi pubblici, supportando le aggregazioni per la crescita delle imprese, mettendo al centro la qualità e l’economicità dei servizi in un quadro di tutela e sviluppo dell’occupazione nella difficile fase di transizione energetica e ambientale”.

“Le parti convergono, inoltre, sulla necessità di ispirare le scelte degli enti locali, in materia di affidamenti, ai principi di matrice europea fermi restando i vincoli della legge italiana in tema di servizi idrici e trasporto pubblico locale. Confermano poi l’impegno a valorizzare , nell’attuazione del nuovo codice appalti , i principi di trasparenza e legalità e alla adozione di clausole sociali su occupazione e responsabilità solidale , da perseguire attraverso i contratti collettivi nazionali di settore”, aggiunge.

Confservizi e Cgil, Cisl e Uil si impegnano “a favorire la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese del settore, a sviluppare sistemi di pariteticità per innalzare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, a promuovere il ricorso a Fondi settoriali per la gestione di piani di ristrutturazione e riorganizzazione”, concordando anche lo sviluppo di un organismo nazionale che serva a monitorare il raggiungimento dei risultati, l’Osservatorio sulle Politiche industriali dei servizi pubblici territoriali.

Il secondo accordo è dedicato alle relazioni industriali e alla rappresentanza. Con la firma del documento, spiega la nota, “il sistema contrattuale dei servizi pubblici realizza un fondamentale allineamento a quello industriale, attraverso la delineazione di un modello di relazioni industriali più efficace e partecipativo necessario per qualificare e realizzare i processi di industrializzazione, trasformazione e digitalizzazione dei servizi pubblici locali”. “La principale tematica trattata è quella della misura della rappresentanza datoriale, imprescindibile per i ccnl unici di settore e per contrastare i ccnl secondari”.

Stabilita anche la previsione dei criteri di calcolo degli aumenti salariali e ”l’introduzione del trattamento economico complessivo (tec) e del trattamento economico minimo (tem). Altri punti principali toccati dall’accordo riguardano le previsioni in materia di welfare, competenze e formazione, sicurezza sul lavoro, mercato del lavoro e partecipazione”.

Con l’accordo di modifica e integrazione del Testo unico sulla rappresentanza del 10 febbraio 2014, viene delegata all’Inps la funzione di raccolta dei dati relativi alla rappresentanza delle organizzazioni sindacali. All’Istituto è stato assegnato anche il compito di ponderare i dati associativi e quelli elettorali. Nell’accordo vengono, inoltre, regolate le procedure, le tempistiche e le modalità di controllo della raccolta dei dati elettorali sia a livello territoriale che nazionale nonché le modalità e i tempi per la verifica e il controllo dei dati associativi da parte delle singole organizzazioni sindacali.

In collaborazione AdnKronos

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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