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Categories: Cultura

Omosessualità e Islam: tutto quello che c’è da sapere

Dopo la strage di Orlando, una delle più terribili che la storia degli Usa abbia affrontato, il tam tam delle emozioni e il dibattito sulla scottante questione dell’omofobia torna a fare rumore sui social network: da un lato c’è la schiera dei musulmani che si dissociano apertamente da tali efferati gesti contro i gay, sottolineando nel contempo che l’omofobia esiste (purtroppo) in tutte le culture; dall’altra c’è chi evidenzia quanto sia necessario affrontare la questione dell’omofobia nel mondo islamico. Più in generale, la questione dell’omosessualità nell’Islam è un argomento di grande attualità, che non può più essere ignorato. Già da qualche anno, in verità, le comunità LGBT musulmane stanno lottando perché se ne discuta, andando contro pregiudizi e leggi locali. In un mondo così complesso e articolato come quello dell’Islam, sono tante le cose da sapere, ma anche i miti da sfatare.

Il diritto islamico

In ambito giuridico islamico, di attinente alla omosessualità, si trova il termine ‘liwat’, ovvero ‘sodomia’. Tale reato prevede pene di diversa natura, come la lapidazione, il rogo o la fustigazione. Anche se in molti Paesi del Medio Oriente (fatta eccezione per Arabia Saudita, Iran, Pakistan, e pochi altri) non trova applicazione nella realtà, contribuisce a creare il concetto, comunemente accettato, che l’omosessualità sia una malattia, una perversione sessuale, da cui è bene tentare di guarire, così da poter sperare nel perdono divino. Risulta peraltro che tali condanne vengano inflitte anche in alcuni Paesi del Medio Oriente laici, con l’obiettivo di preservare l’islamicità della Nazione. Un atteggiamento che sottende più a un gioco di potere politico autoritario, che direttamente all’Islam.

L’influenza del colonialismo

In molti casi, in diversi Paesi del Medio Oriente, gli atti omosessuali continuano a essere condannati, secondo il codice penale. Questo è spesso il frutto dell’eredità delle leggi coloniali. Ad esempio in Egitto, secondo quanto rilevato da Serena Tolino, esperta di studi di genere, sessualità e diritto islamico, non esistono leggi esplicitamente legate all’omosessualità, eppure negli ultimi anni, molti omosessuali sono stati sottoposti a pena detentiva. L’accusa con la quale vengono incarcerati è ‘prostituzione maschile’, secondo le norme di una legge datata 1961, frutto della commistione tra il diritto penale egiziano, di derivazione francese, e quello internazionale, nello specifico una Convenzione del 1949 contro il traffico di esseri umani e lo sfruttamento della prostituzione. Si tratta pertanto di una forzatura della legge del 1961, perché i Governi hanno altri interessi ad arrestare tutti coloro che compiono atti omosessuali.

Essere omosessuale in Medio Oriente

Forse la domanda cardine da cui dovrebbe partire l’intero discorso è: cosa significa essere omosessuale in Medio Oriente? Sempre secondo Serena Tolino, i primi movimenti internazionali in difesa degli omosessuali nel mondo arabo, sono nati tra la fine del XX e l’inizio del XXI. Prima non si era mai parlato di omosessualità come identità sessuale, ma soltanto come pratica di atti sessuali (liwat). Ed è proprio in questa fase che i fanatici religiosi e i conservatori hanno iniziato a reagire in maniera forte.

L’omosessualità come un fattore esterno

In ambito religioso, sia nelle nelle fatwa (le opinioni religiose degli esperti di diritto islamico) che nelle sentenze, l’omosessualità viene vista come un elemento esterno, che proviene pertanto da fuori. Sempre secondo l’esperta Serena Tolino ‘se guardando al passato il responsabile dell’importazione dell’omosessualità era visto come la Persia oppure la Grecia antica, oggi invece il responsabile è l’Occidente oppure Israele, cioè quello che viene rappresentato come -altro- per eccellenza’.

L’omosessualità femminile in Medio Oriente

L’omosessualità femminile, nel diritto islamico, vive una condizione di lieve prestigio rispetto a quella maschile: è infatti trattata con una certa indulgenza. L’elemento che scongiura l’applicazione di pene più severe è l’assenza di penetrazione: ‘Un rapporto sessuale, anche se considerato contro natura perché non eterosessuale, può ancora essere tollerato, finché non entra in gioco la penetrazione, simbolo assoluto del potere maschile sul femminile. Ovvero finché non vengono messe in discussione le strutture di potere’, racconta Tolino. 

Come viene vista invece l’omosessualità nelle altre religioni? Scopritelo qui.

Beatrice Elerdini

Beatrice Elerdini è stata una collaboratrice di Nanopress dal 2014 al 2019, occupandosi di cronaca e attualità. Degli stessi argomenti ha scritto su Pourfemme dal 2018 al 2019.

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