Pensate al cannibalismo con orrore? Forse dovreste ricredervi perché alcuni ricercatori britannici e papua-melanesiani hanno scoperto che mangiare il cervello di parenti morti può aiutare a combattere la demenza e il Parkinson. Dopo aver studiato gli usi di una tribù della Papua Nuova Guinea, il gruppo di scienziati ha pubblicato i risultati su Nature. Vediamone i punti principali.
”I membri della tribù di Fore hanno dimostrato di aver sviluppato una forte resistenza al disturbo di Kuru”, un disordine endemico degenerativo molto raro e letale paragonato alla BSE (il morbo della mucca pazza) nei bovini. Questo è stato possibile attraverso il consueto atto di cannibalismo dei cervelli dei loro parenti defunti, pratica che viene usata durante la cerimonia funebre dei membri della comunità.
Questo tipo di cannibalismo, dunque, fortificherebbe le naturali resistenze a queste due malattie neurologiche, la demenza e il Parkinson, fornendo una specie di immunità.
Dallo studio si apprende che la demenza tra la popolazione ha raggiunto il suo picco nel 1950, colpendo annualmente il 2% degli indigeni. Nelle persone sopravvissute è stato individuato il gene ‘di resistenza prione’, che inibisce le proteine dal mutare e formare polimeri che danneggiano il cervello. Il gene immunizza anche contro altre malattie neurologiche, come il Parkinson”.
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