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Google Translate sotto attacco terroristico? No, un brutto scherzo

Uno spiacevole inconveniente ha fatto urlare all’hacking da parte dei terroristi ai danni di Google Translate: il servizio di traduzione istantanea e gratuita online aveva infatti iniziato a mostrare una serie di strane frasi non appena si cercava il significato da una lingua all’altra. Nello specifico, andando a tradurre qualcosa come “Ci vedremo domani” il sistema restituiva “Inshallah” che in arabo significa “Se Dio vuole”, mentre se si digitava “Non ci saranno più attacchi a Parigi” si otteneva l’esatta traduzione inglese opposta ossia Vi saranno altri attacchi a Parigi. Cosa è successo? Un’idea di cattivo gusto.

Appariva proprio l’inqietante “There will be more attacks in Paris” andando a cercare di tradurre la frase opposta in un modo che era evidente stato manipolato. La voce è subito rimbalzata online urlando allo scandalo e, in egual misura, anche all’attacco informatico terroristico. Niente di più falso perché non si trattava di un’intrusione che comportava una sorta di propaganda peraltro troppo irrisoria per essere considerata efficace, ma uno scherzo di pessimo gusto adoperato da alcuni utenti.

ATTENTATI A PARIGI, LE ULTIME NEWS

Come è possibile che Google, un colosso del web, possa essere manipolato così facilmente in uno dei suoi servizi più popolari? In realtà non è servita alcuna conoscenza informatica, è bastato un po’ di impegno e un tool (un servizio) aperto a tutti gli utenti. Bastava infatti cercare la frase desiderata e poi cliccare su “È sbagliato” per proporre una traduzione manuale. La voce spiega: “Il tuo contributo sarà utilizzato per migliorare la qualità della traduzione e può essere mostrato agli utenti in modo anonimo”.

IL RACCONTO DEI SOPRAVVISSUTI

E così, un gruppo di burloni ha pensato (male) di tradurre determinate frasi e poi di sottoporle al giudizio del web come se fosse stato un attacco informatico. Non c’è quasi dubbio che i primi che hanno dato l’allarme sono stati anche gli autori dello scherzo. Di sicuro c’è già chi sta investigando su questo fattaccio che sarà pure di entità minore rispetto ad altri, ma che non si può considerare passabile di un sorrisetto e tanti saluti.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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