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Emergenza alghe: invasione continua a causa dell’inquinamento

Come ogni estate, giunge puntuale sulle cronache dei giornali l’emergenza alghe, un’invasione delle coste che colpisce da Nord a Sud molte delle località invase dai turisti: oltre alla sua variante tossica, che ha avuto negli anni passati l’onore delle prime pagine dei quotidiani locali, bastano e avanzano le specie più comuni per mettere in crisi strutture balneari e Comuni che devono trovare forme efficaci di rimozione. La causa principale di una presenza così massiccia di alghe è sempre quella, l’inquinamento.

I primi casi accertati dell’estate 2015 provengono da Agropoli e Brindisi, ma temiamo sia solo l’inizio di una lunga serie. Nella località del Cilento era stata appositamente costruita pochi mesi fa una barriera per il ripascimento costiero, che non ha avuto l’efficacia desiderata, anzi: proteste di cittadini e turisti giungono per la presenza di alghe che emanano cattivi odori a causa dell’acqua stagnante, anche a centinaia di metri di distanza. In Puglia, dove già nei primi mesi dell’anno erano state avvistate tonnellate di alghe nel litorale barese, ha visto teatro di un analogo scenario la zona nord di Brindisi, in particolare Punta Penne, con vere e proprie montagne di alghe ammassate nei lidi. La causa di queste invasioni è nota da tempo al mondo scientifico, si chiama eutrofizzazione, ad indicare una sovrabbondanza di nitrati e fosfati nelle acque.

Generalmente queste sostanze vengono rilasciate da fertilizzanti, anche alcuni tipi di detersivi, oltre agli scarichi civili ed industriali, che causano la proliferazione di alghe. Oltre a compromettere la stagione turistica, la presenza massiccia di alghe ha un altro effetto ancora più grave, ovvero la morte di pesci nel lungo periodo, poiché le alghe quando muoiono rilasciano attività batteriche, consumando l’ossigeno presente nelle acque. Tra spending review, Patti di stabilità e risorse già scarse di per sé, i Comuni hanno sempre più difficoltà a rimuovere le alghe dai litorali, senza contare lentezze ed inefficienze della macchina burocratica. Il risultato? Alghe dappertutto, come mostrano anche le foto sul web postate dagli utenti. Un problema non solo italiano ma globale, sia chiaro, ma in questo caso il mal comune porta ben poco gaudio.

Giulio Ragni

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