Il mare continua a restituire i corpi delle vittime nel naufragio avvenuto a Cutro, a largo delle coste calabresi. Uno strazio che sembra non avere mai fine: sono, adesso, 89 le vittime recuperate.
Si tratta del corpo di una donna che è stato recuperato e portato in salvo tra Steccato di Cutro e Praialonga. Si cerca, ora, di identificarlo.
È il corpo dell’89esima vittima quello recuperato questa mattina, in mare, nuovamente a largo di Cutro. Dopo il naufragio che ha travolto un peschereccio con a bordo tantissimi migranti partiti dalla Turchia in cerca di una vita migliore in Europa, il mare continua a restituire i loro corpi.
Questo recuperato, in avanzato stato di decomposizione, è quello di una donna ed è stato recuperato, come dicevamo, nel tratto di mare compreso fra Steccato di Cutro e Praialonga. È stato, ora, consegnato alla Polizia scientifica ed ai medici legali per cercare di dare un’identità e, anche sommariamente, un’età alla donna.
Sono, con il recupero di questa mattina, 89 le vittime ufficiali del naufragio di Cutro dello scorso 26 febbraio. Non si sa ancora, di preciso, quante fossero le persone presenti sul peschereccio travolto dalle onde del mare, ma ciò che è certo è che il mare, purtroppo, sta continuando a restituire corpi.
In ricordo ed in memoria perenne delle vittime di questo naufragio, sabato prossimo, 25 marzo, a Steccato di Cutro e, precisamente, in piazzale Africa, sarà inaugurato un monumento commemorativo per le vittime.
A far sentire la propria voce su questa immane tragedia, e perché non ne accadano mai più di simili, è anche la Conferenza Episcopale Italiana: “La recente tragedia di Cutro è una ferita aperta che mostra la debolezza delle risposte messe in atto. Il limitarsi a chiudere, controllare e respingere non solo non offre soluzioni di ampio respiro, ma contribuisce ad alimentare irregolarità e illegalità” – affermano i Vescovi.
La Chiesa chiede attenzione e politiche lungimiranti, sia a livello nazionale che europeo, sul tema migranti, che metta al centro, in primi, il rispetto e la dignità delle persone che scappano in cerca di una vita migliore o per ricongiungersi ai loro familiari già presenti in Europa.
Politiche capaci di “governare i flussi di ingresso attraverso canali legali” – chiede la CEI – “che evitino i pericoli dei viaggi in mare, sottraggano quanti sono costretti a lasciare la propria terra […] e diano loro prospettive reali per un futuro migliore“.
La Cei ha, inoltre, ricordato, l’importanza di una strategia per il bene comune, per un’accoglienza dignitosa “che abbia nella protezione, nell’integrazione e nella promozione i suoi cardini” – spiegano.
Il corpo della vittima numero 89 è stato, poi, recuperato da una motovedetta. Si tratta, da una primissima analisi, del cadavere di una donna di circa 30 anni, anche se in evidente stato di decomposizione. Al momento, si contano ancora altri 11 dispersi, probabilmente sei dei quali minori.
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