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Consultazioni Mattarella: quando cominciano e chi sente per primi?

Quando cominciano le consultazioni di Mattarella e chi sentirà per primi? Dopo l’esito del referendum costituzionale che ha visto la vittoria schiacciante del NO alle riforme e l’annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi, il premier è salito al Colle per un primo confronto con il capo dello Stato. Il 5 dicembre le dimissioni sono state comunicate in via ufficiale al Parlamento e sono state congelate fino all’approvazione della legge di bilancio – con voto di fiducia – avvenuta il primo pomeriggio del 7 dicembre: dopo la direzione del PD, Renzi è salito al Colle alle 19 e ha rassegnato le dimissioni in via formale, aprendo la crisi di governo. Il passaggio successivo è stata la comunicazione del calendario delle consultazioni del Capo dello Stato, al via l’8 dicembre dalle ore 18 con le altre figure istituzionali: a seguire altri due giorni di consultazioni che si chiuderanno nel tardo pomeriggio di sabato 10 dicembre

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella inizia le consultazioni che seguono alla crisi di governo dopo l’approvazione della legge di bilancio alle Camere e quindi la messa in sicurezza dei conti italiani. Dopo le dimissioni formali del premier, l’esecutivo rimane in carica solo per gli affari correnti.

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IL CALENDARIO DELLE CONSULTAZIONI

Il Quirinale ha comunicato il calendario delle consultazioni del Presidente della Repubblica (qui il pdf) che dureranno due giorni. Come da prassi istituzionale, Mattarella sentirà per primi le alte cariche dello Stato, cioè i presidenti di Senato e Camera, e il presidente emerito, Giorgio Napolitano.

Da venerdì mattina alle ore 10 saranno i partiti a salire al Colle: la precedenza viene data ai partiti più piccoli e proseguiranno in ordine crescente di rappresentanza. Il clou sarà raggiunto nella giornata di sabato che si apre con la delegazione della Lega Nord e si chiude con quella del PD a cui non prenderà parte Matteo Renzi in qualità di segretario.

Questo il calendario completo:

Giovedì 8 dicembre 2016
Dalle ore 18:
Presidente del Senato, Pietro Grasso; Presidente della Camera, Laura Boldrini; Presidente Emerito della Repubblica Giorgio Napolitano.

Venerdì 9 dicembre 2016
Dalle ore 10 (a seguire): Gruppo parlamentare Misto del Senato; Gruppo parlamentare Misto della Camera; Rappresentanza parlamentare della Südtiroler Volkspartei; Rappresentanza parlamentare della minoranza linguistica della Valle d’Aosta; Alternativa Libera Possibile (AL-P) del Gruppo Misto della Camera; componente UDC del Gruppo parlamentare Misto della Camera; componente Unione Sudamericana Emigrati Italiani (USEI-IDEA) del Gruppo parlamentare Misto della Camera; componente FARE!-PRI del Gruppo Misto della Camera; componente Movimento Partito Pensiero e azione (PPA-Moderati) del Gruppo parlamentare Misto della Camera; Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l’Italia (PLI) del Gruppo parlamentare Misto della Camera;

Ore 16: Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale (FDI) della Camera; Democrazia Solidale – Centro Democratico (DeS-CD) della Camera dei Deputati; Grandi Autonomie e Libertà (Grande Sud, Popolari per l’Italia, Moderati, Idea, Alternativa per l’Italia, Euro-Exit, M.P.L.-Movimento Politico Libertas) del Senato; Gruppo parlamentare Civici e Innovatori (CI) della Camera; Gruppo parlamentare Per le Autonomie (SVP-UV-PATT-UPT)-PSI-MAIE del Senato; Conservatori e Riformisti (CR) di Raffaele Fitto.

Sabato 10 dicembre:

Ore 10.30: Lega Nord e Autonomie (LNA); Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà (SI-SEL); ALA – Scelta Civica per la Costituente Liberale e Popolare: Area Popolare (NCD-UDC) del Senato della Repubblica e del Gruppo parlamentare Area Popolare (NCD) della Camera dei Deputati;
Ore 16: Forza Italia;
Ore 17: Movimento 5 Stelle;
Ore 18: Partito Democratico

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Matteo Renzi predilige l’opzione “elezioni subito”, così come gran parte delle opposizioni, dal M5S alla Lega, ma la minoranza dem, Forza Italia e altri partiti di area popolare, preferirebbero un governo di scopo per una nuova legge elettorale. Lo stesso Mattarella non vede di buon occhio arrivare alle urne con leggi elettorali diverse fra Camera e Senato. Probabilmente sta vagliando l’ipotesi di nominare un governo di scopo con l’obiettivo di riformare la legge elettorale.

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Se tutto andrà così, al termine delle consultazioni indicherà un nome, ed egli sarà il presidente del Consiglio incaricato. Di solito chi è stato nominato accetta con riserva l’incarico, per verificare la ‘fattibilità’ di un governo, prima di presentare la sua lista di ministri, giurare, e onorare il suo mandato.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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