Secondo il bollettino di oggi, 17 dicembre, diramato dal Ministero della Salute, nelle ultime 24 ore sono stati registrati 18.236 nuovi casi di coronavirus, a fronte di 185.320 tamponi eseguiti. Le vittime sono, invece, 683, con un aumento di 3 unità rispetto a ieri, quando il bilancio delle vittime si attestava a 680.
Nelle ultime 24 ore quindi il rapporto positivi-tamponi si attesta al 9,9% (l’approssimazione di 9,867%), in aumento rispetto a ieri quando era al 8,8%. Questo vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 9 sono risultati positivi.
Da inizio pandemia a oggi, il bilancio delle vittime per coronavirus arriva a quota 67.220, mentre i casi totali sfiorano i 2 milioni. Calano di 71 unità i ricoverati in terapia intensiva, che oggi, 17 dicembre, sono 2.855. Cresce il numero dei guariti, che arriva a un totale di 1.203.814. In calo il totale dei ricoverati con sintomi che si attesta a quota 26.427 unità.
“Le misure restrittive hanno frenato la diffusione del virus – spiega Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe – ma la lenta e irregolare discesa della curva, unita a un rapporto positivi/casi testati stabile da tre settimane, suggeriscono che le misure di mitigazione abbiano ormai dato il massimo risultato“. Secondo Cartabellotta, con le progressive riaperture, “la curva prima rallenterà la sua discesa per poi tornare inesorabilmente a salire“.
Preoccupa la situazione del Veneto con 4.402 nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore. A fronte della situazione emergenziale, la Regione ha intenzione di adottare ulteriori misure per abbassare la curva epidemiologica. Secondo le ultime indiscrezioni, il governatore Luca Zaia firmerà un’ordinanza anti-assembramento, in vigore dal 19 dicembre fino al 6 gennaio. Al secondo posto troviamo la Lombardia (2.730), seguita da l’Emilia Romagna (1.667), il Lazio (1.597) e la Puglia (1.073).
Intanto, nel timore di una terza ondata, a Palazzo Chigi si discute la possibilità di indire un lockdown natalizio di otto giorni: dal 24 al 27 dicembre e dal 31 dicembre al 3 gennaio, con conseguente chiusura di ristoranti, bar e negozi e divieto di spostamenti non essenziali anche all’interno del proprio comune di residenza.
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