Vi avevamo detto, già con l’articolo relativo all’aumento dei pedaggi, che il 2016 era iniziato all’insegna dei rincari ed infatti, a “rincarare” la dose arriva un altro aumento, quello sulle targhe d’immatricolazione. Il Decreto Ministeriale aveva già fatto scacco lo scorso 6 novembre e l’incasso, con questo plus, potrebbe essere davvero consistente per lo Stato.
L’aumento è suddiviso nelle varie categorie di targhe: il formato A, quella a forma rettangolare, passa da 40,60 a 41,78 euro. Invece, per quanto concerne le province autonome di Aosta, Trento e Bolzano, il costo della targa passerà da 44,40 a 45,68 euro. La coppia di targhe quadrate, formato B, passano da 40,23 a 41,37 euro, mentre per le province autonome la differenza è da 44.04 a 45,31 euro.
Invece, per una targa per un motoveicolo il prezzo passa da 21,63 a 22,26 euro. Anche in questo caso c’è una tariffazione diversa per le tre autonome, una variazione che passa da 23,52 a 24,19 euro. Per i ciclomotori, cioè i mezzi che non superano i 50 cc di cilindrata, è previsto un costo di 13,58 euro fisso per tutte le province.
Questo, seppur piccolo, aumento dei prezzi delle targhe è attivo dall’8 gennaio di quest’anno e, assieme con l’aumento dei pedaggi, pesa sulle tasche degli automobilisti che, nonostante si faccia fatica a pagare l’auto, il carburante -pieno di accise- e il casello, si aggiungono degli aumenti che in generale rendono la vita più difficile ai conducenti.
L’anno per gli automobilisti non è iniziato nel migliore dei modi e la quota di maggiorazione di 2,8% decretato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e firmato dal ministro Delrio in data 6 novembre 2015 non fa che peggiorare le cose.
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