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Acqua marina trasformata in carburante: test positivi negli Usa

Trasformare l’acqua del mare in carburante non è solo un’utopia ambientalista, ma un’occasione concreta che presto potrebbe venire incontro all’esigenza di ridurre la dipendenza dal petrolio. La scienza da tempo si interroga sulle fonti alternative da utilizzare in campo energetico, e dopo nove anni di intenso studio un concreto risultato lo hanno raggiunto gli scienziati della Marina militare americana, i quali hanno effettuato dei test con esito positivo prendendo come materia prima appunto l’acqua marina.

Lo scopo degli scienziati della Marina è di poter rendere le navi ed anche gli aerei ecosostenibili, basandosi su un’idea piuttosto semplice, ovvero sfruttare gli idrocarburi, i quali sono composti da carbonio e idrogeno, che sono presenti in grande quantità nell’acqua del mare. Il metodo consiste nel prendere il biossido di carbonio e l’idrogeno contenuti nell’oceano, al fine di generare un nuovo tipo di cherosene perfettamente utilizzabile dal parco macchine presente in commercio: non si tratta di sola teoria, giacché i ricercatori hanno dimostrato la fattibilità del progetto alimentando con questo nuovo carburante un velivolo. Il mezzo è riuscito a volare, dunque ci troviamo davanti a un esperimento pratico perfettamente riuscito, e non sorprendono quindi gli entusiasmi espressi dai vertici della Marina.

La questione è infatti molto sentita dal governo degli Usa e dalla Marina, giacché è stato calcolato che nel solo 2011 sono stati consumati quasi due milioni di tonnellate di carburante, un’enormità. Per questo motivo viene visto con molto interesse quanto realizzato da questo team di ricercatori, i quali fanno sapere che il costo del nuovo cherosene prodotto dall’acqua del mare potrebbe oscillare tra i 3 e i 6 dollari al gallone, l’equivalente di 3,8 litri nostrani: Heather Willauer, una delle studiose del team che ha realizzato il nuovo cherosene, dichiara che ‘per la prima volta siamo stati capaci di mettere a punto una tecnologia per catturare in modo simultaneo la Co2 e l’idrogeno contenuti nell’acqua di mare, facendone un carburante liquido. È un passaggio molto importante‘. Questo nuovo cherosene assomiglia in tutto e per tutto al precedente, compreso l’odore, e in linea teorica potrebbe già essere utilizzato nelle navi e negli aerei in dotazione, se fino ad oggi non fosse stato prodotto solo in piccole quantità in laboratorio. Potenzialmente questo nuovo sistema di creazione del carburante consentirebbe di avere tanto un risparmio energetico quanto sull’impatto ambientale, ma gli scienziati fanno sapere che ci vorranno ancora dieci anni prima che le navi possano auto-produrre il cherosene dall’acqua marina. Tuttavia un primo tassello importante è stato poggiato, e un futuro con maggiore indipendenza dal punto di vista energetico non appare più così remoto.

Giulio Ragni

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