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Wall Street: con il rischio inflazione cosa aspettarsi da Dow Jones e company?

Gli ultimi dati sull’inflazione continuano a impensierire gli addetti ai lavori sui mercati internazionali, e gli Stati Uniti, essendo la prima economia mondiale, rappresentano l’ecosistema finanziario in cui questa situazione viene monitorata con più attenzione. Infatti, sebbene i più recenti rilasci mostrino valori ancora distanti dai livelli target della Federal Reserve, i benchmark azionari statunitensi iniziano ad evidenziare qualche segnale di rallentamento.

Allo stato attuale, più precisamente, si assiste ad una rotazione settoriale, e difatti l’indice che si trova in una pausa congestiva più conclamata è il Nasdaq. Il settore tecnologico è quello che, in assoluto, ha risentito meno degli effetti della crisi pandemica, anzi alcune nicchie hanno beneficiato della situazione e, di conseguenza, la fase di reflazione ha innescato correzioni secondarie più corpose.

L’incertezza sugli indici

A questo punto, è importante capire se ci si trovi davanti ad una fase di distribuzione o di riaccumulo. Tuttavia quest’ultima opzione potrebbe essere corroborata da un ritorno da parte degli investitori, con maggiore incidenza nei portafogli di investimento, su settori più tradizionali dell’economia; il Dow Jones, infatti, al momento sembrerebbe mantenere una forza relativa più alta rispetto agli altri indici.

Naturalmente, per investire sul Dow Jones ottimizzando le proprie strategie operative, è opportuno approfondire la peculiarità del paniere e quali aspetti lo differenzino dagli altri. Questo indice, infatti, è composto da società il cui peso non è ponderato rispetto alla loro capitalizzazione di mercato, per cui le oscillazioni di una singola azienda (o di un gruppo all’interno di un settore), con un valore di borsa preponderante, non può incidere più di tanto sulla performance dell’indice stesso.

Cos’è il Dow Jones

Istituito da Charles Dow e Edward Jones -da loro deriva il nome- il Dow Jones è il paniere più antico del mondo. È composto dalle trenta società principali statunitensi a vocazione industriale e, nonostante sia passato ormai quasi un secolo e mezzo dalla nascita, ancora oggi è un punto di riferimento per gli investitori istituzionali che vogliano saggiare lo stato dell’economia reale facente riferimento ai settori tradizionali. Inoltre, è tenuto molto in considerazione anche dagli esperti di analisi grafica, poiché si deve proprio ad uno dei due fondatori una prima teorizzazione, in occidente, dello studio sui pattern di prezzo.

Naturalmente, per investire sul Dow Jones vi sono più strade da percorrere, ma quella che si adatta particolarmente all’attuale fase di incertezza sui mercati è fornita dall’utilizzo di una tipologia di strumenti finanziari che replicano l’andamento di un determinato sottostante. Tale prodotto, negoziabile attraverso i servizi sottoscrivibili presso un broker, è il Contratto per Differenza: un derivato che permette di replicare l’andamento del prezzo di un’attività finanziaria, negoziando l’asset su un mercato over the counter.

Dow Jones: operatività con CFD

I vantaggi garantiti da questo tipo di operatività sono diversi: innanzi tutto, per effettuare gli investimenti, l’intermediario finanziario mette sempre a disposizione dei clienti un conto e una piattaforma completamente gratuiti. In aggiunta, le commissioni di compravendita sono nulle, poiché all’utente viene applicato il solo spread denaro-lettera sul Dow Jones.

Inoltre, servendosi dello short selling, per avvantaggiarsi anche dei movimenti ribassisti, e della leva finanziaria, per amplificare il controvalore delle proprie operazioni, si può implementare anche un’operatività di breve respiro, in modo da sfruttare anche le oscillazioni di prezzo sui time frames più veloci e non essere costretti a detenere il CFD sull’indice, in una fase di mercato non marcatamente direzionale.

A tutto ciò, si aggiungono alcune utilities per implementare una strategia di investimento con disciplina e metodo: gli ordini condizionati e gli stop loss. Utilizzando questi dispositivi, con una corretta diversificazione e gestione del rischio, l’operatività risulterà essere certamente più profittevole, senza contare che la maggioranza dei broker mette a disposizione dei clienti anche strumenti di supporto operativo. Tra questi ci sono, ad esempio, aree formative o ambienti di social trading, per non lasciare impreparati e in balìa degli eventi gli investitori che si approcciano per la prima volta ai mercati finanziari.

Redazione

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