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Vivere su Marte è possibile? Cosa dovremmo fare per rendere ospitale il pianeta rosso?

Vivere su Marte è possibile? La domanda ricorre sempre più spesso davanti alle previsioni apocalittiche che vedono una Terra destinata a non essere in grado, causa sovrappopolazione, a sostenere i bisogni dell’umanità, e la scoperta di acqua su Marte, e quindi della possibilità di vita, amplifica le suggestioni legate al pianeta rosso. Ma allo stato attuale è possibile ipotizzare di vivere su Marte? La scienza invero risponde di no, ed anzi dovremmo fare parecchie cose per cercare di rendere ospitale il pianeta nel caso un giorno l’ipotesi fantascientifica volesse realmente prendere corpo.

Perché l’uomo non può vivere su Marte

Per quelle che sono le conoscenze attuali, è impossibile vivere su Marte: se l’uomo, con la sua bella valigia, scendesse da una navicella spaziale per mettere piede sul pianeta rosso, morirebbe all’istante poiché l’atmosfera di Marte è composta prevalentemente da CO2, mentre quella della Terra prevede azoto al 78 per cento: per rendere l’aria respirabile bisognerebbe innanzitutto trovare il modo di convertire tutta l’anidride carbonica in ossigeno. Ma c’è di più: la Nasa nel 2015 ha scoperto come l’atmosfera del pianeta rosso sia stata letteralmente strappata dall’energia del Sole, e le radiazioni solari presenti sul pianeta sono talmente elevate da essere rischiose anche soltanto per le esplorazioni degli astronauti, come ha dichiarato ad esempio Cary Zeitlin del National Space Biomedical Research Institute di Houston.

Come potremmo rendere possibile la vita su Marte?

Secondo la scienza oggi potremmo vivere in un solo modo su Marte, ovvero andandoci a rintanare nel sottosuolo per sfuggire alle polveri radioattive. Tuttavia proviamo a giocare con la fantasia, considerando che ad ogni modo andare su Marte è una delle sfide che la Nasa intende intraprendere nel prossimo futuro: cosa bisognerebbe fare per rendere ospitale il pianeta rosso? La questione più urgente è convertire l’anidride carbonica in azoto, come la Terra, e per farlo bisognerebbe coltivare delle piante che possano attuare la fotosintesi clorofilliana oltre che per ricavarne cibo: impresa tutt’altro che facile, considerando che il pianeta è fortemente arido e polveroso, con una temperatura media di -60 gradi centigradi.

Dunque l’uomo avrebbe bisogno di un modulo artificiale dove poter ricreare artificialmente l’atmosfera terrestre, mentre per il sostentamento potrebbe ricavare l’acqua dal ghiaccio presente nel sottosuolo, sia per berla che per ricavare ossigeno da respirare isolando l’idrogeno da utilizzare come propellente. Infine, solo per rimanere alle condizioni minime di sopravvivenza, bisognerebbe dedicare tutti i giorni diverse ore all’allenamento fisico, giacché in condizioni di bassa o assenza di gravità i muscoli perdono massa e le ossa si indeboliscono, rompendosi più facilmente.

Giulio Ragni

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