Bufera sulla Santa Sede, dopo aver avanzato una richiesta formale al governo, per modificare la Legge Zan. “La risposta è semplice: il Parlamento è sovrano, i parlamentari decidono in modo indipendente“, spiega Roberto Fico, commentando l’intervento del Vaticano sulla legge Zan, attualmente in Senato. “Il ddl Zan è già passato alla Camera, ora è al Senato, sta facendo il suo iter e noi non accettiamo ingerenze“, continua Fico. E precisa: “Il Parlamento è sovrano e rimane tale“.
Intanto Pd, M5s, Leu e Iv sono pronti a chiedere la calendarizzazione in aula del ddl Zan nell’assemblea che si dovrebbe tenere oggi al termine dei lavori con il premier Mario Draghi. Non si è fatta naturalmente attendere la reazione incredula del deputato Alessandro Zan, promotore della legge contro l’omofobia. “Il Parlamento è sovrano, deve essere libero di discutere, non può subire alcuna ingerenza da uno Stato estero” ribadisce il deputato in un’intervista al Corriere della Sera.
Alle obiezioni della Santa Sede relative a una presunta limitazione della libertà di pensiero e aggregazione delle associazioni cattoliche, Zan replica: “La libertà di manifestazione del pensiero, per singoli e associazioni, non è in discussione. Questo risulta chiaramente già dall’applicazione della legge Mancino negli ultimi 30 anni ed è ulteriormente ribadito dall’articolo 4 del ddl che porta il mio nome“. E precisa: “Quella norma chiarisce che restano salve tutte le opinioni e le condotte legittime che non determinano il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori e violenti“.
Per Alessandro Zan, “non è a rischio la libertà di pensiero di nessuna persona, tanto meno dei cattolici“. Il deputato respinge anche le preoccupazioni della Chiesa in merito all’art. 7 del ddl, che non esenterebbe le scuole private dall’organizzare attività per la giornata nazionale contro l’omofobia.
“In Aula alla Camera, proprio per venire incontro alle preoccupazioni di parte del mondo cattolico, è stato precisato che le iniziative dovranno essere coerenti con il piano triennale dell’offerta formativa e con il patto di corresponsabilità educativa tra scuole e famiglie“, spiega il deputato. E conclude: “Questo per ribadire oltre ogni ragionevole dubbio che il tutto potrà avvenire nel rispetto dell’autonomia scolastica“.
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