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Valanghe, fattore umano: i comportamenti più a rischio

Durante le stagioni invernali, nelle zone di montane e sciistiche, uno degli incidenti più frequenti è legato alla presenza di valanghe e slavine, che in buon numero di casi genera anche vittime. Ma vi è un fattore umano nelle valanghe di cui poco spesso si parla, e che è stato recentemente portato alla luce da uno studio statunitense condotto da Jordy Hendrikx e Jerry Johnson del Montana State University, i quali hanno realizzato mediante una app dei loro smartphone una ricerca sulla correlazione tra valanghe e fattore umano, intervistando e seguendo le tracce di oltre 800 persone, tra sciatori ed escursionisti, i quali hanno un’ampia responsabilità nel provocare le slavine.

Tecnicamente una valanga è un fenomeno che si verifica quando una massa di neve o ghiaccio improvvisamente si mette in moto su un pendio, precipitando in direzione valle a seguito della rottura della condizione di equilibrio presente all’interno del manto nevoso, per le ragioni più svariate: in ogni caso l’effetto produce una situazione di stress interno che conduce alla rottura, e dunque alla slavina. Lo studio sopracitato, chiamato Tracks Project, ed iniziato nel 2013, si sofferma proprio su quelle che gli esperti chiamano cause artificiali di una valanga, ovvero il comportamento umano errato, che, spiegano ancora i ricercatori, riguarda fortunatamente solo l’1 per cento di escursionisti e sciatori, ma che in ogni caso potrebbe essere evitato diminuendo così sensibilmente i fattori di rischio. Vediamo insieme quali sono questi comportamenti che caratterizzano il fattore umano nelle valanghe.

Fattore umano: le azioni avventate

La montagna è luogo estremamente pericoloso, in cui basta poco per rimanere vittima di incidenti: le azioni avventate sono assolutamente irresponsabili in un contesto del genere, mettendo in pericolo la propria vita e quella degli altri. L’identikit dello sciatore od escursionista ‘pericoloso’ è maschio e di giovane età, secondo quanto riportato dallo studio americano, poiché statisticamente rientra maggiormente in queste categorie la persona che sceglie sin dall’inizio, ponendoselo come obiettivo, di compiere un certo tipo di iniziative scellerate, per imprudenza, spacconeria, voglia di adrenalina. Al contrario bambini ed anziani tendono a prendere decisioni più conservative, intuitivamente dunque rispettano di più il luogo in cui agiscono, consapevoli istintivamente dei pericoli che si corrono in montagna.

Comportamenti a rischio

Altre considerazioni sul fattore umano nelle valanghe sono più inaspettate: ad esempio gli studiosi hanno appurato che chi scia o cammina da solo, un comportamento spesso considerato più a rischio, in realtà si rivela tendenzialmente anche più cauto, mentre è in gruppo che si tende ad osare azzardando imprudenze, ad assumere comportamenti pericolosi, forse per il bisogno di non sfigurare, o per seguire chi si proclama esperto. Inoltre si è accertato che un buon numero di sciatori abbassa la guardia più frequentemente sulle piste che pensano di conoscere bene, oppure quando gareggiano con altri commettendo maggiormente azioni rischiose, magari soltanto per essere i primi a lasciare tracce sulla neve fresca. Al contrario chi prudentemente studia la strada in anticipo e consulta le previsioni, riesce a cambiare piano in tempo in caso di valanghe, evitando problemi. Diminuire il fattore di rischio valanghe si può, assumendo comportamenti assennati anche quando ci si ritiene sciatori ed escursionisti esperti. La prudenza non è davvero mai troppa in montagna.

Differenza tra valanga e slavina

Molto spesso, e lo abbiamo fatto anche noi in questo approfondimento, vengono utilizzati come sinonimi i termini valanga e slavina, ma in realtà gli esperti ci dicono che i due fenomeni presentano sfumature diverse: la differenza tra valanga e slavina è che la prima si verifica quando una massa di ghiaccio o neve si mette improvvisamente in movimento su di un pendio, precipitando verso valle, mentre per slavina si intende un ammasso di neve invernale o primaverile che si stacca da un monte precipitando a valle. Le valanghe sono connotate da 5 gradi differenti di pericolosità, che vanno dal ‘debole’ di colore verde, quando il manto nevoso è in generale ben consolidato, al ‘molto forte’ dai colori rosso e nero, che significa altissima probabilità che si formino valanghe di dimensioni anche molto grandi.

Giulio Ragni

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