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Categories: Cronaca

Va a trovare un parente e muore in ospedale risucchiato dalla macchina della risonanza magnetica

[didascalia fornitore=”altro”]Rajesh Maru nella foto dal suo profilo Facebook[/didascalia]

Va a trovare un parente in ospedale e muore per un tragico quanto strano incidente, finendo risucchiato dalla macchina della risonanza magnetica. Rajesh Maru, 32 anni, è deceduto al Nair Hospital di Mumbai, in India, per aver trasportato una bombola di ossigeno in una stanza dove era posizionata la macchina. Come ha ricostruito la Polizia, il giovane aveva accompagnato il cognato in ospedale dove era ricoverata la madre e si era offerto volontario per accompagnare la signora a fare la risonanza magnetica: in mano aveva la bombola d’ossigeno ma il campo magnetico del macchinario l’ha attirata a sé, facendo saltare la chiusura di sicurezza. Inutili i soccorsi da parte dello stesso personale medico: Maru è deceduto dieci minuti dopo.

L’incidente ha fatto il giro della stampa indiana e britannica per la sua tragica fatalità. Il portavoce della Polizia di Mumbai, Deepak Deoraj, ha confermato all’AFP l’arresto di un medico e di due persone dello staff con l’accusa di “morte per negligenza”: tutti e tre sono stati sospesi dall’ospedale, come ha specificato The Hindu.

Secondo quanto riporta il Telegraph, dai primi esami sul corpo, il giovane avrebbe inalato ossigeno liquido dopo esser stato colpito dalla macchina per la risonanza magnetica: impossibilitato a muoversi per via della forza magnetica, è spirato in pochi minuti.

Le forze di Polizia hanno ricostruito la dinamica di quanto accaduto. Rajesh Maru si era proposto volontario per portare la mamma del cognato a fare la risonanza magnetica e aveva con sé la bombola d’ossigeno, necessaria per la paziente. Prima di entrare nella sala, sapendo che non si può portare nulla di metallico all’interno, aveva chiesto al medico e agli infermieri di controllare che la macchina fosse spenta.

“Ho chiesto tre volte al ragazzo del reparto, ma mi ha ridicolizzato, dicendo che conosceva bene il suo lavoro e che non aveva bisogno di sapere cosa fare”, ha raccontato il cognato del giovane alla stampa locale.

Una volta entrato, la forza magnetica del macchinario, con cui si ottengono le risonanze, ha attirato la bombola, facendo scattare la chiusura di sicurezza: secondo quanto riporta NDTV, il giovane sarebbe rimasto incastrato con la mano, inalando l’ossigeno liquido.

Lorena Cacace

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