Ben presto si potrà utilizzare una terapia laser per curare le patologie psichiatriche gravi. La schizofrenia e la depressione, la psicosi maniaco-depressiva e i disturbi d’ansia potranno beneficiare della procedura “anterior cingulotomy”, che viene eseguita con una tecnica chirurgica. Il chirurgo pratica un piccolo foro nel cranio e usa una micro sonda per raggiungere la corteccia cingolata anteriore. Servendosi di uno speciale laser, il medico brucia alcuni neuroni e poi passa a cicatrizzare le lesioni.
Questa tecnica funzionerebbe nel 69% dei casi, a differenza di quanto accade con l’uso degli psicofarmaci, che risulterebbero efficaci soltanto nel 30-60% dei pazienti. Per il momento la nuova tecnica è in fase di sperimentazione, ma a breve verranno effettuati dei test su pazienti affetti da depressione.
A questa tecnica c’è un’alternativa: si potrebbe, infatti, procedere con l’impianto di uno stimolatore cerebrale in grado di regolare l’attività elettrica del cervello, ma questo intervento è molto invasivo. Inoltre i dispositivi che vanno impiantati nel caso di quest’ultima procedura hanno bisogno di una manutenzione periodica, anche se risultano resistenti.
Per questo gli esperti sono favorevoli all’uso della terapia laser innovativa, che, secondo gli studi effettuati dai ricercatori, avrebbe un particolare successo nella cura del disordine ossessivo compulsivo. Il nuovo trattamento potrebbe aprire una strada importante per migliorare la qualità della vita dei pazienti in cura, che spesso devono fare i conti con una terapia che non risolve il problema in maniera completa.
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