Una prostituta ha fatto ricorso presso il tribunale amministrativo regionale di Venezia, sollevandosi contro l’ordinanza, secondo la quale molti comuni possono prendere 500 euro di multa alle ragazze che lavorano sulla strada. Nel ricorso la donna fa notare come ci sarebbe una disparità di trattamento tra le persone. Sostanzialmente si verrebbe a verificare il caso che una prostituta che esercita in uno dei comuni che applicano l’ordinanza, in questo caso Padova, potrebbe essere multata, mentre un’altra, che svolge il suo lavoro in altri comuni, anche confinanti, non sarebbe a rischio.
Inoltre la prostituta ha fatto notare anche un esplicito richiamo alla Costituzione, che all’articolo 41 afferma come l’iniziativa economica privata sia libera. L’avvocato del comune fa presente che l’ordinanza è pienamente legittima e che, se la donna volesse fare impresa, dovrebbe anche pagare le tasse.
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