Un ultimo messaggio all’amato nonno e poi un salto nel vuoto. Sembra consolidarsi la pista del suicidio per la morte di Alessio Vinci, 18 anni, da Ventimiglia, trovato morto in un cantiere a Parigi il 18 gennaio. “Sei stato il nonno migliore, un grande esempio”, avrebbe scritto a nonno Enzo che avrebbe provato a chiamarlo, trovando dall’altro lato del telefono la polizia francese che gli ha comunicato la tremenda notizia. Stando alle indicazioni degli inquirenti transalpini, Alessio si sarebbe lasciato cadere da una gru alta 25 metri, ma le indagini sono solo all’inizio.
Tanti sono infatti gli aspetti da chiarire sulla vicenda. Il nonno per esempio non sapeva del viaggio a Parigi, organizzato dal giovane forse nell’ambito del progetto Erasmnus. Alessio viveva con il nonno dalla morte della madre, avvenuta quando lui aveva solo 5 anni, ed era un ragazzo molto brillante.
A soli 18 anni si era iscritto al primo anno di Ingegneria aerospaziale al Politecnico di Torino dopo aver preso la maturità col massimo dei voti e con un anno in anticipo sui compagni. Nonostante la perdita della mamma, Alessio era circondato dall’affetto della famiglia e degli amici e aveva in carattere forte, cosa che rende molto strana l’ipotesi del suicidio
La polizia francese ha consigliato ai parenti di non andare ancora a Parigi perché non potranno ancora vedere il corpo di Alessio, visto che sarà necessaria l’autopsia: le indagini sono in corso e non è esclusa l’ipotesi che sia stato costretto a gettarsi dalla gru.
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