Il consiglio ha deciso che la studentessa con la sindrome di down non parteciperà agli esami di maturità: ritirata da scuola dai genitori.
Si chiama Nina Sorrentino la 19enne alla quale è stato impedito, dopo riunione del consiglio, di svolgere gli esami di maturità questa estate. La giovane, affetta dalla sindrome di down, studia a Bologna da cinque anni al liceo Sabin di Scienze umane e si stava preparando per gli esami.
Gli insegnanti hanno deciso di no. Nina Rosa Sorrentino non potrà svolgere gli esami di maturità nonostante le richieste della famiglia e della stessa studentessa. Genitori maestri di musica, Nina ha la passione del violino e della chitarra – riporta Repubblica – ma anche del flauto e della danza. Il suo sogno è infatti insegnare danza. La settimana scorsa però, il 15 marzo, la famiglia è stata costretta a ritirarla dal liceo per evitare che la giovane dovesse ripetere da capo tutto il liceo.
Si, perché per gli alunni con disabilità sono tre i programmi possibili arrivati al quinto anno. Si può procedere in maniera ordinaria, dunque lasciando che lo studente svolga gli esami; si può procedere con obiettivi minimi che portano all’ammissione dell’esame, e poi al conseguimento di un attestato. Attestato senza alcuna validità, che sarebbe spettato proprio a Non.
Il padre, recentemente intervisto, ha fatto sapere che la figlia è perennemente seguita e fa progressi. La neuropsichiatra aveva dato il consenso, due anni fa, per gli esami di maturità, ma d’accordo non era il consiglio di classe che all’unanimità ha bocciato la richiesta di ammissione.
La spiegazione della preside è arrivata. Secondo al dirigente scolastica infatti Nina avrebbe potuto soffrire di frustrazione qualora sarebbe stata ammessa agli esami, che a loro volta potevano rappresentare un obiettivo “troppo impegnativo“. La famiglia ha detto che, per permettere alla figlia di ripetere l’anno e avere così un anno in più a disposizione, è stata richiesta anche la bocciatura ma la scuola ha fatto sapere che le linee guida sono contro la bocciatura di ragazzi certificati.
Dunque Nina ha dovuto abbandonare la scuola il 15 marzo, perché se fosse rimasta e avesse concluso così l’anno, le sarebbe toccato l’attestato e per conseguire la maturità avrebbe dovuto ricominciare i cinque anni daccapo.
Una sconfitta, dal punto di vista della socialità, sia per la famiglia che per la scuola: “E’ sempre il punto debole dei ragazzi con tale sindrome” ha affermato il padre che si è detto volenteroso di andare avanti in questa battaglia anche grazie alla determinazione della figlia.
Una studentessa con disabilità costretta a cambiare scuola è un episodio grave, dice il padre, rammaricato per il percorso scolastico ma fiducioso visto che in questi giorni dopo l’uscita della notizia è arrivata per la figlia grande solidarietà.
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