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Umberto Eco: funerali laici al Castello Sforzesco di Milano in diretta TV

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Trasmessi in diretta Rai i funerali laici di Umberto Eco al Castello Sforzesco di Milano, alla presenza delle autorità politiche e civili e degli amici dello scrittore scomparso. Tra gli altri, nel corso della cerimonia sono intervenuti anche il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il ministro della Cultura Dario Franceschini e quello dell’Istruzione Stefania Giannini, i quali hanno omaggiato il ricordo dello scrittore, la cui data di morte risale al 19 febbraio 2016.

Di seguito i messaggi di cordoglio ascoltati durante i funerali laici dello scrittore Umberto Eco. Il momento della cerimonia funebre è stato trasmesso in diretta dalla Rai.

DIRETTA RAI FUNERALI UMBERTO ECO

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Giuliano Pisapia. ‘Milano è la città dei libri, lui il simbolo della Cultura e della Memoria’. Questo il grazie del sindaco di Milano a Eco, ‘per aver scelto di vivere qui’ e ‘per aver mostrato al mondo la nostra grandezza’. Ringraziamenti necessari perché espressione del ‘coraggio culturale e civile’ dello scrittore, ‘uno straordinario interprete dell’anima di questa città’. L’omaggio e la commozione: ‘Vogliamo tenerti stretto, perché ci mancherai tanto’.

Dario Franceschini. Il ministro ha ricordato la presenza di Eco ad Expo e le parole dette dallo scrittore durante l’evento, volte alla conoscenza tra i popoli, e la sua ironia, gentilezza e allegria. Eco? ‘Diverso ascoltarlo e leggerlo’, ha detto il ministro, che ha ricordato come lo scrittore si guardava ‘come si guarda un quadro’, anche perché nei momenti di silenzio, o quando camminava ‘sotto il cappello’, in quei silenzi ‘stava consultando la biblioteca che aveva dentro di sé’. Il ringraziamento finale con queste parole: ‘Grazie per aver guardato fuori dalla finestra per tutti noi’.

Stefania Giannini. Il ricordo personale del ministro, con l’incontro piuttosto recente durante il Festival della Lettura. ‘Una personalità eccezionale’, nel ricordare ‘quell’esercizio del ruolo di studioso e di maestro perseguito durante l’arco della vita con coerenza’, uomo di ‘trasmissione delle conoscenza’ nelle Università e nei luoghi di produzione del Sapere. Ha poi sottolineato il legame dello scrittore con il mondo accademico e le Università, intese come ‘luogo ideale e politico per rafforzare i valori condivisi’, ‘strumento di diffusione globale e planetaria del Sapere’, ‘simbolo di quel classicismo innovatore di cui c’è tanto bisogno ancora oggi’.

Francesco Pertini e Ivano Dionigi, l’omaggio di Alma Mater Bologna. Oltre a portare l’omaggio di tutta la comunità accademica, Eco è stato ricordato in quanto ‘semiologo per antonomasia’, ma anche ‘narratore’ e soprattutto ‘grande uomo’, la cui scomparsa ‘colpisce tutti e ci commuove’, in quanto ‘perdita di un maestro che ha portato ancora più alto il prestigio della nostra Università’. Università nella quale è arrivato nel 1972, per poi fondare il primo corso Dams. ‘Un maestro non muore mai’.

Elisabetta Sgarbi (casa editrice Bompiani). ‘Non ho mai detto ad Eco cosa lui significasse per me. Quindi non lo farò ora. Spero che lui lo sappia, ora che sa davvero tutto’. Questo il commento della fondatrice de La nave di Teseo.

Anche Moni Ovadia (attore teatrale e drammaturgo), ha voluto rendere omaggio ad Umberto Eco di cui era amico di vecchia data.Poco prima dell’inizio dei funerali Ovadia ha spiegato, in poche ma esaustive parole, ciò che Eco ha rappresentato per lui e per la cultura italiana in generale. Durante la cerimonia, poi, il cantautore italiano ha voluto ricordare Umberto Eco raccontando una barzelletta, una delle tante che ‘ci scambiavamo’: ‘Ne conosceva più di me’, ha detto, e ‘una volta mi guardò con aria smarrita e mi disse: ‘adesso sai le mie e io so le tue’. Come facciamo?”.

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Nel corso della cerimonia, è intervenuto anche il nipote, ringraziando lo scrittore per l’ironia che ha sempre avuto. Eco è stato anche ricordato grazie ad un episodio raccontato durante i funerali, episodio risalente all’ottobre del 2002, quando nell’Aula Magna, tra tanti liceali accorsi per ascoltarlo, Eco rispose alla domanda di una studentessa. ‘Chi sono i classici?’, gli chiese qualcuno, e lo scrittore rispose: ‘I classici sono quelli che abbiamo odiato a scuola e abbiamo amato da adulti perché ci allungano la vita’.

L’ultimo saluto allo scrittore Umberto Eco

L’ultimo saluto a Umberto Eco: i funerali laici del grande scrittore e filosofo, morto a 84 anni dopo una lunga malattia, si tengono il 23 febbraio 2016 al Castello Sforzesco di Milano, proprio davanti all’abitazione di Piazza Castello dell’autore de Il Nome della Rosa. Nella mattinata di sabato la moglie Renate e la figlia Carlotta hanno effettuato un sopralluogo sul luogo scelto per il rito funebre civile in modo da organizzare gli ultimi dettagli della cerimonia. Non hanno rilasciato alcuna dichiarazione, ma qualcuno le ha viste raccogliere una rosa bianca che un anonimo aveva lasciato per omaggiare la memoria dello scrittore.

L’accesso del pubblico al Cortile della Rocchetta del Castello Sforzesco, dove martedì sono previsti i funerali di Umberto Eco, sarà consentito a partire dalle ore 14:30 dall’ingresso di Piazza d’Armi, mentre la stampa accreditata potrà accedere già alle ore 13:30 dall’ingresso della Corte Ducale e assistere alla cerimonia in un’area dedicata allestita con pedane rialzate. La Rai seguirà in diretta TV le esequie dello scrittore, che termineranno alle ore 16 circa.

È stato il curatore editoriale di Umberto Eco, Mario Andreose, a rendere pubbliche le volontà della famiglia: ‘I desideri di Eco erano coerenti con la sua vita che è stata profondamente laica‘, confermando di fatto la scelta del rito civile per i funerali. Andreose ha anche annunciato che l’ultimo libro di Umberto Eco, ‘Pape Satàn Aleppe’, inizialmente previsto per maggio, uscirà invece il prossimo weekend. Si tratta di una raccolta degli articoli scritti da Eco per la rubrica ‘Le bustine di Minerva’ sul settimanale L’Espresso, che aveva curato dal 2000 fino allo scorso 27 gennaio.

Umberto Eco era un maestro, un genio del sapere innamorato di Milano, un orgoglio della nostra città, un uomo di infinita cultura con una grande passione sociale e politica’, ha dichiarato il sindaco del capoluogo lombardo Giuliano Pisapia per ricordare la figura di Eco, ‘Conoscerlo è stato un grande privilegio per me, per tutti i suoi studenti, per le milioni di persone che hanno letto e amato i suoi libri in tutto il mondo, per chi ha avuto la fortuna di stargli vicino, di ascoltarlo quando parlava e affascinava tutti. A loro, a Renate, ai figli Stefano e Carlotta, a tutti i suoi amici, va la vicinanza e l’abbraccio mio e di tutta la città. Milano ricorderà Umberto Eco come merita‘.

Intanto il critico d’arte Vittorio Sgarbi, fratello di Elisabetta, che insieme allo scrittore aveva dato vita alla casa editrice La Nave di Teseo, ha chiesto i funerali di stato: ‘Chiedo al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio di proclamare i funerali di Stato per Umberto Eco quale testimone universale della grande civiltà italiana’.

Raffaele Dambra

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