Le tute degli atleti italiani che stanno partecipando alle Olimpiadi di Rio 2016 non hanno riscosso grande successo tra gli appassionati. Nonostante siano state confezionate da un grande nome della moda del nostro Paese, Giorgio Armani, l’unico motivo per cui hanno invaso la rete è stata l’ilarità che hanno suscitato.
Osservando quel grande sette che compare sulla parte anteriore delle tute, molti utenti hanno immediatamente associato tale stile a quello delle divise delle Seven Fighters, che gli appassionati di cartoni animati anni Ottanta ricorderanno essere la squadra di Mila Azuki (Mila & Shiro – Due cuori nella pallavolo). Su Twitter sono stati in tantissimi a segnalare la cosa, tanto che la questione è diventata virale.
Se vi state chiedendo cosa significa il numero 7, quest’ultimo si riferisce alla sigla EA7 (Emporio Armani), ossia alla casa di moda che ha prodotto anche le tute degli atleti azzurri impegnati ai Giochi Olimpici di Rio.
A dare ancor più brio alla scherzosa polemica nata in rete in merito a queste tute che molti non hanno gradito affatto, anche il comico Natalino Balasso, che sul proprio profilo Facebook ha pubblicato però un post tutt’altro che ironico. Balasso ha scritto: “Il logo comune. Quando nel 2000 si trattò di scegliere tra la città di Atene e la città di Atlanta, il CIO (Comitato l’Importante è Organizzare) scelse la sede della Coca Cola. Da allora, si continua a perpetrare ogni 4 anni la mastodontica balla dei valori sportivi. Fino a giungere al logo comune della tuta col logo, che da oggi tutti vorranno, offrendosi di far pubblicità a gratis a l’emporio, anzi, pagando di tasca propria! Le tute col logo sono una roba squallida. Mentre suona il tricolore e i telecronisti vomitano luoghi patriottici comuni, il capitale si magna i guadagni, fratelli d’Italia lo sponsor s’è desto. Ed è vero che è pure copiato dalle seven fighter, dai nomi tra il medicinale e la stampante: Mila, Chibi, Namy, Yoghina, Oky, Monia e Tullia“.
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