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Cronaca

Turchia: un predicatore è stato condannato per abusi sessuali a 8658 anni di prigione

In Turchia, un predicatore, Adnan Oktar è stato condannato a 8.658 anni di prigione con l’accusa di aver commesso abusi sessuali. A quanto pare il predicatore possedeva addirittura un programma tv, nel quale trasmetteva i suoi sermoni religiosi.

Adnan Oktar – Nanopress.it

Adnan Oktar è stato dunque accusato e condannato per aver compiuto abusi sessuali su minori. Alcune voci descrivono l’uomo come un vero e proprio leader di una setta religiosa. A quanto pare Oktar amava circondarsi di belle donne che chiamava le sue “gattine”.

Il predicatore condannato a scontare 8.658 anni di carcere per abusi sessuali

In Turchia, in particolare il tribunale di Istanbul ha condannato un predicatore a scontare ben 8.658 anni di carcere con l’accusa di violenze sessuali su minori.

Si tratta di Adnan Oktar, volto conosciuto all’interno del paese a causa della sua eccentricità e soprattutto a causa del fatto che l’uomo possedeva un programma tv in cui trasmetteva i suoi sermoni religiosi. 

Il predicatore Adnan Oktar – Nanopress.it

Oktar amava circondarsi di belle donne, che rinominava “gattine”; inoltre all’interno dei suoi sermoni non si limitava nell’esprimere le sue idee anti evoluzioniste. 

Descritto come un vero e proprio leader di una setta, non è la prima volta che un tribunale turco accusa il predicatore di gravi reati. Infatti a suo carico vi sono diverse accuse molto gravi. 

Tra queste troviamo: evasione fiscale, violazione della legge anti-terrorismo e partecipazione ad organizzazione criminale.

Infatti il tribunale aveva già condannato precedentemente l’uomo a 1075 anni di carcere con l’accusa di aver avuto contatti con Fethullah Gulen, l’imam in esilio accusato dalla Turchia di aver organizzato il fallito colpo di stato del 2016.

La Turchia e le leggi sullo stupro

Come sappiamo la Turchia sicuramente non è uno dei primi paesi in materia di tutela di diritti umani all’interno del contesto internazionale. Infatti in particolare sul ruolo della donna, vi sono alcune leggi che pongono la Turchia almeno un secolo indietro rispetto a tutti gli altri paesi. 

Un esempio lampante è proprio l’ambito dei reati sessuali sulle donne e sui minori. Circa un anno fa Erdogan decise di uscire dalla Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne. Azione ampiamente criticata sia a livello internazionale che all’interno del paese.

Ancor peggio è la proposta di legge, che permetteva agli stupratori (anche di minori) di ottenere l’impunità se decidevano di sposare la vittima. Questa legge, oltre a legittimare i matrimoni minorili, depenalizzava lo stupro e incentivava lo sfruttamento sessuale. 

Per fortuna ora, nel caso del predicatore, giustizia è stata fatta. Nella speranza che i tribunali di qualsiasi paese puniscano adeguatamente reati del genere.

Roberta de Vargas Macciucca

Nata il 2 ottobre 1999 a Napoli, fin da piccola appassionatissima al mondo del giornalismo. Sono laureata in scienze politiche e relazioni internazionali. Amo viaggiare, esplorare e scoprire.

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