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Tu e nessun’altra, il primo romanzo di Claudia Zanella: intervista all’autrice

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Claudia Zanella debutta in libreria con ‘Tu e nessun’altra’. Attrice di cinema, teatro e televisione, ha da poco pubblicato il suo primo romanzo, edito da Rizzoli: è la storia di due cugine, Viola e Irene, cresciute a stretto contatto l’una con l’altra, il cui rapporto prende una piega diversa quando la prima resta incinta e chiede alla seconda di occuparsi della figlia: ‘Se mi dovesse succedere qualcosa, mi giuri che la bambina la cresceresti tu?’. Da qui una serie di imprevisti e scelte che metteranno Irene a dura prova. Di seguito l’intervista a Claudia Zanella, frutto di una chiacchierata a tutto tondo sulla scrittura, sulla carriera, ma anche sul veganesimo come scelta di vita.

‘Tu e nessun’altra’ è il tuo primo romanzo. Perché hai deciso di cimentarti nella scrittura?

Era un argomento che volevo raccontare perché è una storia che in gran parte mi riguarda. Scrivo da sempre, ma impilavo i fogli nei cassetti, non ho mai avuto il coraggio di farli leggere. Poi, sette anni fa ho scritto un corto teatrale di 25 minuti, una cosa brevissima che, però, ha avuto tantissimo successo ed è stato lì che ho cominciato a pensare ‘forse ci posso provare’.

La timidezza e la paura di essere giudicata sono andate via?

Sì. Ho la fortuna di avere tanti amici scrittori e sceneggiatori, così i primi capitoli li ho fatti leggere a loro, chiedendo un parere sincero. Tutti mi hanno consigliato di continuare e ci ho creduto: avere il libro tra le mie mani, dopo quattro anni, è ogni giorno un’esperienza incredibile.

Il libro parla di un’adozione speciale.

Perché è un’adozione non voluta. Le protagoniste sono due cugine, Viola e Irene, morbosamente attaccate in tutto. Hanno solo nove mesi di differenza e sono cresciute insieme: stesse scuole, stessi amici, stesse feste. Quando Viola rimane incinta, chiede a Irene ‘Se mi dovesse succedere qualcosa, mi giuri che la bambina la cresceresti tu?’. Quando la bambina ha 2 anni, Viola muore affogata nella vasca da bagno, Irene si ricorda della promessa e deve rispondere in poco tempo.

Una bella responsabilità.

E’ una scelta forte e difficile. Una cosa è adottare con tuo marito, con l’aiuto di uno psicologo che ti segue e che ti prepara, altra, invece, è trovarsi di fronte a una morte improvvisa con una bambina piccola davanti e hai solo pochi giorni per decidere, il tempo di elaborazione è molto stretto. Devi dire sì o no ed è dura. Per complicare le cose, in ‘Tu e nessun’altra’ c’è la storia decennale di Irene con Luca, che non è pronto a diventare padre, rifugge dalle responsabilità e forse sarà il classico uomo che non le prenderà mai. Quando Viola muore e la bambina rimane, chiede a Irene di scegliere.

Quanto c’è di autobiografico?

Di autobiografico c’è il rapporto con mia cugina, con cui siamo cresciute insieme, le storie che racconto sono nostre. Lei ha una figlia e mi dice sempre ‘giurami che se succedesse qualcosa ti occuperesti della bambina’. La prima volta che me lo chiese risposi subito sì, però, risposi in quel modo solo per il bene che le volevo; se fosse successo veramente forse non ce l’avrei fatta. Era un momento particolare, avevo una relazione di sette anni che stava finendo e ho cominciato a riflettere su questa cosa. Ci sono voluti quattro anni di scrittura per capire che adesso sarei pronta. C’è un tempo per tutto.

Nel libro affronti il tema della maternità pur non essendo ancora madre.

Non sono mamma ‘umana’ nel senso che ho una cagnolina splendida. Se quello è l’amore materno penso che lo sto provando.

Un figlio rientra nei tuoi piani?

Sì, assolutamente, mi piacerebbe molto. Sono sposata da otto mesi, spero che il prossimo traguardo sia quello.

Sei anche attrice. Quando ti rivedremo in tv o al cinema?

A breve farò uno spettacolo teatrale con un cast importante: inizieremo le prove in estate, il debutto sarà a dicembre. Ho sempre fatto teatro, ma mai vere tournée e penso sia una cosa bellissima. Il cinema e la televisione sono due grandi passioni, ma anche due recitazioni molto diverse. A teatro hai un rapporto con il pubblico che al cinema non puoi avere. Ho voglia di riprovare quelle sensazioni.

Ti fa più paura essere giudicata come attrice o come scrittrice?

Assolutamente come scrittrice perché come attrice c’è sempre un filtro, non sono mai io, sono sempre il personaggio che sto interpretando. Per me, salvo alcune eccezioni, non ci sono attori veramente bravissimi o veramente pessimi, bisogna vedere il personaggio che stanno interpretando e il regista che li sta dirigendo. Invece la scrittura è tua: se ti dicono che il libro non funziona o non è bello, hanno giudicato te, hanno rifiutato i tuoi pensieri e i tuoi personaggi.

Sei sposata con Fausto Brizzi, che effetto ti farebbe essere diretta da tuo marito?

Ci siamo conosciuti in occasione di ‘Pazze di me’. Eravamo fidanzati da un mese, ci siamo innamorati durante i provini. Era proprio all’inizio ed ero molto imbarazzata, ho fatto quel film con il batticuore perché era l’inizio della relazione e volevo essere brava come attrice, ma avevo paura di essere giudicata dalla persona di cui ero innamorata. Adesso stiamo insieme da quasi tre anni e mi piacerebbe molto lavorare insieme a lui e penso che lo faremo presto, già nel prossimo film. Ci piace stare insieme e mi piacerebbe provare l’emozione di essere diretta da mio marito; adesso sarei più tranquilla, non mi chiederei ‘oddio, che pensa di me, ci siamo appena conosciuti!’. La vivrei in maniera molto più rilassata.

Sei vegana e ami gli animali: sei in una fase di trasformazione, stai cercando la tua dimensione?

In verità ho iniziato con la dieta macrobiotica dieci anni fa, poi sono diventata vegana, poi ancora sono ritornata al macrobiotico. Ho alternato e adesso sono vegana, non ho mai avuto una vera linea. Per me è una scelta etica anche se molto impegnativa: lo faccio perché amo follemente gli animali anche se mi accorgo che per me è un grande sforzo. Quando scopri che per un kg di carne ci vogliono 15mila litri d’acqua e ogni giorno 5mila bambini muoiono per la mancanza di acqua, per me quella scelta diventa una scelta che dobbiamo fare tutti. Prima ero molto concentrata su me stessa. Appena uscita dal Centro Sperimentale ho avuto la fortuna di essere presa dalla Rai per un film molto importante, ero molto focalizzata sul mio lavoro e su me stessa, ero una ragazzina molto in carriera. Poi c’è stata la svolta nell’alimentazione e, piano piano, sono entrata in questo modo di pensare e di vedere la vita in un modo completamente diverso da prima. Prima vivevo in una maniera frenetica e ho cominciato a prendere tutto con più rilassatezza: mi godo di più le cose, prendo un attimo di respiro senza farne mille in contemporanea. Ho imparato a prendermi un po’ di momenti per tenere a bada lo stress, che non si può controllare, ma si può gestire.

Alice Penzavalli

Alice Penzavalli è stata una redattrice interna di Nanopress fino al 2018. Si è occupata di spettacoli, televisione, cultura, celebrities del grande e piccolo schermo.

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