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Truffa della carta vetrata: attenzione a non cascarci

La truffa della carta vetrata è una variante di uno schema molto collaudato che mira ad estorcere denaro alle vittime selezionate da questi delinquenti. Perché di questo si tratta, non di altro. Malviventi e basta, senza tirare in ballo le solite scuse politicamente corrette. I delinquenti non vanno mai in vacanza, non scioperano, non conoscono crisi. Dai peggiori assassini ai piccoli imbroglioni, la differenza è solo nella gravità del crimine che commettono. Ma si tratta sempre e comunque di criminali.

La tattica è molto nota e vede gli automobilisti come vittime. Il truffatore può agire da solo ma di frequente usa dei complici, per aumentare il tono della minaccia. Si tratta quindi a volte di vere e proprie bande. La vittima passa con l’auto di fianco a quella del delinquente, spesso ferma o in movimento a passo d’uomo. Nel momento del passaggio, il malcapitato sente un rumore provenire dalla fiancata più vicina a quella dell’altra auto (quindi generalmente la destra); a quel punto il criminale comincia a lampeggiare e sbracciarsi, per richiamare l’attenzione della vittima. Purtroppo le persone perbene hanno la tendenza a fermarsi quando c’è un problema. E’ la debolezza dell’onestà, sempre sfruttata dalla marmaglia.
Se la vittima si ferma, metà dell’opera disonesta è già compiuta.

A quel punto il truffatore comincia la commedia e fa notare un danno alla propria auto. In questo caso si tratta della fiancata graffiata, alla quale corrispondono più o meno dei graffi anche alla portiera della vittima. Questi ultimi sono stati applicati proprio dal truffatore che, seminascosto e sfruttando la sorpresa, ha sporto una mano con un foglio di carta vetrata mentre l’altra auto passava. Ovviamente anche i graffi sull’auto del truffatore sono stati da egli stesso creati, in precedenza.

Allora il truffatore se la prende con la vittima e la incolpa di avergli danneggiato la macchina, così pretende un risarcimento immediato in contanti. Naturalmente non vuole compilare il modulo per l’assicurazione, per ovvi motivi. Il delinquente sfrutta anche il timore della vittima di dover pagare un premio più alto per la RC Auto, causato dal meccanismo del bonus/malus. Questa gente è molto abile nella parlantina e conosce tutti i trucchi psicologici per indurre le vittime a pagare, compresa la “trattativa” (chiedono inizialmente una cifra altissima, poi la abbassano fino a farla credere conveniente). Ma spesso utilizzano dei complici che si presentano come testimoni, ovviamente falsi. Alle volte la pressione congiunta dei due delinquenti, che può arrivare anche alla minaccia nemmeno troppo velata, arriva al punto da indurre la vittima ad andare al bancomat, scortata dai criminali. Facile immaginare cosa può accadere dopo. Il passo dalla truffa alla rapina vera e propria non è poi così lungo.

Le varianti di questa truffa sono altrettanto note. La carta vetrata è uno dei tanti mezzi usati per attirare l’attenzione della vittima, creando il rumore del finto contatto tra le auto. I mezzi più usati sono il punteruolo, la pallina da tennis, le chiavi; a volte, per aumentare la credibilità della messa in scena, l’auto dei delinquenti ha uno specchietto retrovisore rotto, anche questo danno ovviamente è stato creato in precedenza.
Purtroppo l’effetto combinato di sorpresa, smarrimento, timore dell’assicurazione e, da non escludere, timore per la propria incolumità, è una miscela molto spesso vincente per i truffatori. E’ possibile difendersi, anche se parlarne comodamente scrivendo su un computer sembra molto più facile. Quando invece ci si trova nella situazione reale, diventa tutto molto più complicato e pericoloso.

Comunque, sapendo dell’esistenza di queste truffe, è fondamentale mantenere freddezza e presenza mentale. Per nessuna ragione al mondo si devono dare dei soldi in contanti agli sconosciuti. Possibilmente, non scendere dalla propria auto. Insistere fermamente nel compilare la constatazione amichevole: non accadrà mai che accettino. Quando i truffatori insistono, tagliare corto e minacciare di chiamare la polizia. Eventualmente, chiudersi dentro, allontanarsi e telefonare al 112. Se si riesce a prendere nota del numero di targa dei malviventi, è meglio.

Per chi non lo sapesse e per chi lo sa ma finge di non saperlo perché fa fino mostrare di essere amici dei delinquenti, ricordiamo che la truffa è un reato vero e proprio. E’ così definito dal Codice penale, articolo 640: “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032“. Ci sono poi i casi di truffa aggravata, in cui la pena sale alla reclusione da uno a cinque anni e la multa da 309 a 1.549; uno di questi è se il fatto è commesso “ingenerando nella persona offesa il timore di un pericolo immaginario“; ad esempio quello di dover pagare un premio assicurativo più alto. Un’altra variante prevede anche l’uso di bambini o donne sdraiati in macchina messi in modo da fingere una malattia, dicendo che stavano andando urgentemente all’ospedale e non hanno tempo di compilare la constatazione amichevole.

Roberto Speranza

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