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Categories: Cronaca

Trovate le gemelle di 4 anni scomparse nei boschi del Friuli: erano vegliate dal loro cane Margot

[didascalia fornitore=”foto”]di Alexei Coianiz via Facebook[/didascalia]

Nella notte sono state ritrovate sane e salve le gemelle di 4 anni scomparse il 24 aprile nei boschi del Friuli intorno al borgo montano di Stella, a Tarcento, in provincia di Udine. La mamma delle piccole aveva dato immediatamente l’allarme intorno all’ora di cena, dato che si era accorta che il cancello del giardino dell’abitazione era aperto, e intorno non si vedevano i due cani di famiglia, un pitbull e un pincher, con i quali le due gemelline adorano giocare. La preoccupazione è salita dopo che la mamma ha visto tornare a casa, da solo, il pincher. Dopo alcune ore di ricerche serrate, le bimbe sono state individuate vicino a un torrente: a vegliare su di loro per proteggerle era rimasto il pitbull, Margot.

Le due bambine, giocando con i loro cani, erano riuscite a oltrepassare il cancello serrato dell’abitazione e si erano addentrate parecchio nel bosco, oltre tre chilometri, poi, stremate e disorientate, si erano fermate nei pressi di un torrente per riposare. E con loro, che si erano perse e non sapevano tornare indietro, era rimasto il pitbull Margot, mentre il pincher era tornato indietro, presso la casa, per ‘dare l’allarme’.

Allo scattare dell’allarme lanciato dalla mamma delle gemelle si sono mobilitati gli uomini dei Vigili del Fuoco, del soccorso alpino del Sagf, del Cnsas, i carabinieri della Compagnia di Cividale, la protezione civile e moltissimi volontari, anche dei paesi vicini. Per rintracciare le bambine è stato fatto decollare anche un elicottero militare dotato di una telecamera termica.

Dopo alcune ore di ricerca disperata, in piena notte le due bambine sono state infine trovate vicino a un corso d’acqua, sorvegliate dal loro amato pitbull, Margot. Le loro condizioni di salute sono state giudicate buone, le bimbe stavano bene, non erano spaventate, erano solo un po’ infreddolite perché vestite con abiti leggeri, ed erano lievemente ferite alle manine per via di alcune schegge di legno.

Il racconto del ritrovamento di Elisabetta e Adele dal post di Fb di Alexei Coianiz:

[facebook code=”https://www.facebook.com/alexei.coianiz/posts/2032454966784493″]

”Cari tarcentini e non, ho il piacere di raccontarvi di come io, Francesco Michelizza e Silvio, abbiamo trovato sane e salve le due gemelline e il loro pitbull Margot. Tornato da Udine intorno alle 23, io abito a Zomeais, vengo a sapere del triste accaduto e subito parto per Stella in macchina sperando di poter dare una mano, ahimè si era già creato un ingorgo e chi saliva era invitato a scendere”.

”Una volta sceso, il mio amico Francesco mi chiama e dice di volersi unire a me per dare una mano. Quasi a mezzanotte passo a prenderlo a casa sua a Tarcento e decidiamo di fare il giro per Borgo Cretto così da evitare l’ingorgo creatosi a Stella; durante il tragitto in macchina teniamo gli occhi aperti sperando di avvistare qualcosa. Poco dopo aver superato Flaipano incontriamo Silvio che ci dice di essere di Gemona di conoscere la zona e che in quanto padre ha sentito il dovere di aiutare, e da solo è partito alla ricerca”.
”Decidiamo di scendere dalla macchina, unirci a lui e imboccare una strada sterrata che cominciava vicino a dove ci eravamo incrociati. Camminiamo a lungo chiamando ripetutamente le due bambine, ma niente. Il bosco è molto fitto e le nostre torce sono quasi inutili. Dopo circa 45 minuti di camminata giungiamo a un piccolo edificio diroccato, ci avviciniamo sperando di trovarle dentro ma è vuoto. Da dietro questo edificio partiva un altro sentiero ancora più piccolo e meno battuto; decidiamo di seguirlo”.
”Proseguiamo per altri 15 minuti circa e, di colpo, alle nostre urla sentiamo delle risposte. Ci fermiamo, sentiamo voci di bambine e voci di altri soccorritori in lontananza, cominciamo pensare che le abbiano trovate, ma lo stesso continuiamo giù per il sentiero. Arrivati alla fine del sentiero urliamo di nuovo e riceviamo di nuovo risposta, cominciamo a pensare che le bambine siano nel versante opposto al nostro, con questo in mente per poco non decidiamo di tornare indietro”.

”Ma per sicurezza propongo a Silvio e Francesco di proseguire un po’ fuori sentiero dicendo “Piuttosto rischiamo di perderci, ma ci mettiamo l’anima in pace di non averle lasciate sotto naso”. Indovinate? Continuando a urlare i loro nomi e a ricevere in risposta “Siamo qui! Abbiamo fame! Venite!” avevamo ormai capito di averle trovate, scendiamo ancora un po’ e le nostre torce illuminano loro e Margot, che felicissima ci corre incontro per leccarci”.
”Le raggiungiamo, io copro una bimba con la mia felpa e la mia cuffia mentre Silvio da la sua giacca all’altra gemellina. Mi prendo in braccio la piccola mentre Francesco si prende cura dell’altra e del cane. Comincio a parlare ad entrambe: sono vigili e quasi vivaci; una è più frastornata e sta più sulle sue. Si lamentano di alcune schegge nelle mani e nei piedi ma stanno bene, infreddolite certo, perché in maniche corte e ciabattine ma subito cominciano a riscaldarsi”
”Con la bimba in braccio provo a risalire, con insuccesso: il terreno è troppo ripido e fangoso. Urliamo “Le abbiamo trovate! Stanno bene! Siamo qui!”, riceviamo urla di risposta ma tutti gli altri soccorritori e volontari erano troppo lontani per capire la nostra posizione. Silvio contatta i soccorsi via cellulare e decide di risalire il percorso fatto per farsi trovare più facilmente. Io e Francesco rimaniamo con le gemelline e il cane che non ne vuole sapere di muoversi: deve proteggere le sue bambine”.

”Mentre Silvio è via, continuo a parlare con le sorelline, che mi raccontano di aver seguito il cane dentro il bosco, per dopo incontrarne un altro che le ha seguite per un po’ per poi staccarsi; in seguito hanno continuato a camminare fino a che non si è fatto buio e si son fermate, dove le abbiamo trovate. Continuo a tenerle impegnate, parliamo dei loro gatti, della mamma e di cosa andremo a bere e mangiare appena arrivati a casa”. Dopo 45 minuti di attesa arrivano i primi uomini del soccorso alpino, con cibo e viveri per le piccole.

”Con calma ci prepariamo per tornare indietro. Le bambine con i soccorsi ripartono spediti verso i primi mezzi, io e Francesco ci fermiamo quasi subito perché Silvio poco più in su si è sentito male: un calo di zuccheri. Dopo esserci accertati che stesse abbastanza bene, risaliamo e torniamo alla nostra macchina. Che dire, una storia da raccontare ai propri figli, nipoti e pronipoti”.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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