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Covid, al Trivulzio di Milano 64 dipendenti positivi e sette pazienti contagiati

Su un totale di 551 dipendenti, al Pio Albergo Trivulzio di Milano 64 sono risultati positivi al Coronavirus e venti sono “in attesa di referto”. È quanto riportato nell’ultimo bollettino della struttura di Milano dove viene spiegato che anche “in considerazione dei falsi positivi risultati tra i pazienti” l’azienda sta provvedendo a sottoporre di nuovo al tampone il personale “asintomatico risultato positivo” entro domani, venerdì 6 novembre.

Sono 7 i pazienti positivi al Trivulzio

Sui quasi 900 pazienti sono 7 quelli risultati positivi nella Rsa. È stato però segnalato che ci sono stati almeno 45 casi di falsi positivi, poi risultati negativi.

Nell’ultimo monitoraggio della settimana tra il 12 e il 16 ottobre 14 pazienti erano risultati positivi e cinque dipendenti contagiati. Ora dai nuovi dati emerge che sui 727 pazienti totali nelle varie strutture del Trivulzio sono risultati positivi in 7 e 12 sono in attesa di referto. E ci sono stati anche 45 falsi positivi, poi risultati negativi” hanno fatto sapere dal Trivulzio.

Sospesi i nuovi ingressi nella struttura milanese

Dal Trivulzio inoltre hanno spiegato che, dato il protrarsi della pandemia, i nuovi ingressi per le cure intermedie sono sospesi a data da destinarsi. La struttura è attualmente al centro di un’inchiesta giudiziaria per l’alta percentuale di contagi durante la prima ondata di Covid-19.

Ancora una volta la situazione del Pio Albergo Trivulzio è direttamente influenzata dall’ampia diffusione del coronavirus nella comunità” ha spiegato a fine ottobre il virologo Fabrizio Pregliasco, consulente tecnico scientifico della struttura.

ATS Milano sospenderà gradualmente i tamponi per i “contatti stretti”

L’ATS di Milano ha stabilito che, visto il continuo aumento delle persone che hanno sviluppato i sintomi del Coronavirus, l’esecuzione del tampone ai “contatti stretti” dei casi positivi accertati non è più considerata prioritaria e verrà quindi gradualmente sospesa. Le nuove direttive sono state inoltrate mercoledì 3 novembre dall’Azienda ai medici di famiglia.

Questo significa che i test saranno fatti solo ai casi “sospetti”, cioè a coloro che accusano sintomi evidenti, e non più alle persone che sono entrate in stretto contatto con chi è risultato positivo al tampone.

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