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Torna in Cecenia per il funerale di suo padre e viene arrestato: il motivo è il suo orientamento sessuale

Si chiama Arsamikov, ha 28 anni, ed è stato arrestato all’aeroporto Domodedovo (a Mosca) e trasferito in Cecenia prontamente, solo qualche ora dopo. Il problema è proprio questo: dal suo Paese di origine era scappato circa cinque anni fa, dopo essere stato detenuto e torturato dalle autorità cecene.

Aeroporto di Mosca – Nanopress.itLa condizione degli omosessuali in Cecenia è delicatissima: circa sei anni fa iniziò a girare un’inchiesta condotta da Novaya Gazeta, un quotidiano indipendente russo, che dimostrava che gli omosessuali venivano rapiti e torturati continuamente. Oggi toccherà la stessa sorte (di nuovo) a Arsamikov, il 28enne tornato nel suo Paese di origine e braccato immediatamente dalle forze dell’ordine?

La situazione degli omosessuali in Cecenia

Circa sei anni fa iniziò a girare praticamente ovunque una notizia: in Cecenia gli omosessuali erano perseguitati letteralmente, torturati e martoriati. Le denunce, in poco tempo, erano diventate pubbliche, iniziavano a susseguirsi senza sosta, sembrava che non avessero una fine reale praticamente mai.

E così il Network LGBT Russo già all’epoca aveva pubblicato un report sulle persecuzioni degli omosessuali, partendo da 33 testimonianze di persone illegalmente detenute (e massacrate in pratica) dalle autorità. Queste, però, hanno sempre continuato a negare. Ma attenzione: non le loro “gesta”, ma l’esistenza di omosessuali nei confini del Paese.

Queste notizie in ogni caso erano basate su un’inchiesta condotta da Novaya Gazeta, un quotidiano indipendente russo, che riportò che in tutto più di cento uomini erano stati rapiti, nell’ambito di una campagna coordinata, poi torturati, maltrattati e costretti a svelare l’identità di altre persone LGBTQ+ a loro note. E il dato più agghiacciante in assoluto era questo: tra le vittime di persecuzioni – in cui, sia chiaro, rientrano anche quelle il cui orientamento sessuale è incerto – poche avevano la possibilità di sopravvivere.

A quel punto Amnesty International aveva aperto una raccolta firme per dire no alle persecuzioni degli omosessuali in Cecenia, ma a quanto pare con scarsi risultati se pensiamo che solo un paio di anni dopo ricominciarono a girare nuove notizie, trapelate sempre grazie a Novaya Gazeta, secondo cui le persecuzioni erano riprese (ammesso che fossero poi realmente già finite prima).

Era il 2019 e a quel punto Al’vi Karimov, portavoce del Capo dello Stato della Cecenia, Ramzan Kadyrov, aveva deciso di parlare con RBK, dicendo: “Tutto questo, letteralmente parlando, è falsità e disinformazione. Non ci sono prigioni, né luoghi di detenzione nella repubblica cecena che non facciano parte del sistema FSIN”.

Nonostante ciò, però, addirittura in uno dei gruppi di VKontakte, la maggiore rete sociale in Russia, era comparso all’epoca questo messaggio: “In Cecenia si è dato nuovo avvio alla cattura di ragazzi e ragazze (appartenenti alla comunità LGBT). Chiedo a tutti coloro che sono ancora in libertà di prendere sul serio questo messaggio e fuggire dalla repubblica il più presto possibile. Chiedo di rivolgervi agli attivisti dei diritti umani, ai media, agli amici a chiunque possa aiutarvi”.

Arsamikov – Nanopress.it

Adesso il problema sorge di nuovo e l’allarme è già scattato, perché un 28enne ceceno è stato filmato mentre era arrestato. Il motivo? Il suo orientamento sessuale.

Cos’è accaduto a Arsamikov

Si chiama Arsamikov, ha 28 anni, ed è stato arrestato all’aeroporto Domodedovo (a Mosca) e trasferito in Cecenia prontamente, solo qualche ora dopo. Questo è ciò che emerge da SK Sos, l’organizzazione di sostegno alle persone Lgbtq+ nel Caucaso, che scrive chiaramente: “Crediamo che sia stato portato in Cecenia dove rischia la morte”.

Sì, perché il 28enne era fuggito letteralmente circa cinque anni fa dal suo Paese di origine per trasferirsi in Olanda proprio grazie alla succitata associazione e lì è rimasto per tutto questo tempo. Il motivo? Poco tempo prima le autorità cecene lo avevano torturato in una cantina per via della sua omosessualità.

Era il 2018, lo stesso anno in cui un altro uomo, Maksim Lapunov, aveva dichiarato di essere sopravvissuto alla tortura in una “prigione segreta” per omosessuali e in cui sempre la succitata Novaja Gazeta aveva parlato di alcuni ceceni assassinati, tra cui Šoto-Šamil Akaev e Ajub Ibrahimov l’anno precedente e detenuti in una prigione segreta per più di 40 giorni. Stando agli accertamenti medico-legali, questi ultimi sarebbero morti dopo essere stati colpiti alla nuca a distanza ravvicinata anche se, stando alla versione ufficiale, sarebbero morte nel tentativo di colpire la polizia.

Fortunatamente lo stesso destino non era toccato a Arsamikov, che all’epoca, a conti fatti, aveva circa 23 anni ed era riuscito a uscire vivo dalla cantina-prigione in cui era stato detenuto. Dopo cinque anni, il giovane è tornato a casa e lo ha fatto solo ed esclusivamente per prendere parte al funerale del padre, ma è stato prontamente fermato e condotto nella stazione di polizia interna allo scalo.

Il suo avvocato è riuscito a filmare la scena – pubblicata sul canale Telegram di SK Sos – in cui viene portato via da lì, accompagnato da un agente in borghese. A quanto si legge: “L’agente che è venuto ad prenderlo all’aeroporto di Domodevo non ha mostrato i suoi documenti alla polizia locale e si è rifiutato di informare il legale del detenuto circa il suo stato di salute”. 

Cosa accadrà adesso al giovane? Resta da capire se l’associazione, insieme al suo legale, riuscirà a fare qualcosa per permettergli di ritornare in Olanda.

Anna Gaia Cavallo

Mi chiamo Anna Gaia Cavallo, ho 30 anni, sono nata a Salerno e lì ho vissuto fino ai miei 18 anni. Poi il viaggio verso Siena per l'università, la laurea in economia e gestione d'impresa e poi il ritorno nella mia città natale. Qui, dopo un anno di lavoro nel settore economico, ho capito che non era questa la strada giusta per me e ho deciso di seguire quella che era sempre stata la mia più grande passione fin da piccola: la scrittura. A quel punto ho lasciato tutto quello che avevo costruito nei sei anni precedenti e ho intrapreso un altro percorso, quello che mi ha portato a diventare giornalista. Iscritta all'albo dei pubblicisti della Campania dal 2019, dopo aver attraversato diversi mondi, sono approdata sul pianeta Nanopress nel 2022 come editor e qui amo occuparmi di cronaca e attualità, ma quando mi capita di scrivere di musica raggiungo il massimo del piacere.

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