Sarebbe a una svolta l’indagine sulla morte di Thomas Bricca, il 19enne ucciso con un colpo di pistola il 30 gennaio scorso ad Alatri.
Sono diverse le persone che hanno dichiarato di conoscere i presunti responsabili del delitto. Si tratta di due fratelli di 22 e 24 anni, che nei giorni precedenti all’omicidio avevano avuto una lite con il gruppo di cui faceva parte il vero obiettivo, un 21enne di origine marocchina. La sera dell’omicidio Thomas Bricca indossava un giubbotto bianco, proprio come quello indossato dal bersaglio originario dell’agguato.
Il 20 febbraio scorso è scattato un maxiblitz nella zona Fraschette, dove i militari hanno cercato l’arma del delitto. Si tratterebbe di una pistola a tamburo, il che confermerebbe il mancato ritrovamento dei bossoli sul luogo dell’omicidio di Thomas Bricca.
Sarebbe a un punto di svolta l’indagine sulla morte di Thomas Bricca, il 19enne ucciso con un colpo di pistola il 30 gennaio scorso ad Alatri. Fonti investigative riferiscono di almeno un indagato. Il 19enne è stato raggiunto da un colpo di pistola al volto la sera del 30 gennaio scorso all’esterno di un bar. Dopo due giorni di agonia e speranza, il suo cuore ha smesso di battere.
Stando a quanto riferisce il Corriere della Sera, sono diverse le persone che hanno dichiarato di conoscere i presunti responsabili del delitto. Si tratta di due fratelli di 22 e 24 anni, che nei giorni precedenti all’omicidio avevano avuto una lite con il gruppo di cui faceva parte il vero obiettivo, un 21enne di origine marocchina. La sera dell’omicidio Thomas Bricca indossava un giubbotto bianco, proprio come quello indossato dal bersaglio originario dell’agguato. Gli assassini, casco integrale in testa, sono fuggiti a bordo di uno scooter.
Il 20 febbraio scorso è scattato un maxiblitz nella zona Fraschette, dove i militari hanno cercato l’arma del delitto. Si tratterebbe di una pistola a tamburo, il che confermerebbe il mancato ritrovamento dei bossoli sul luogo dell’omicidio di Thomas Bricca.
Sono anche scattate le perquisizioni nei confronti di alcune persone ritenute coinvolte nell’omicidio. Si tratterebbe dei due, che qualche giorno dopo il delitto, si presentarono in caserma ad Alatri per chiarire le loro posizioni e fornire un alibi. Sono proprio loro che i testimoni hanno riferito di aver visto sulla scena del delitto.
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