Un cittadino marocchino di 37 anni è stato espulso dall’Italia per rischio terrorismo. A comunicarlo è il ministero dell’Interno che chiarisce trattarsi del 71° rimpatrio effettuato nel 2017. L’uomo è stato espulso con un provvedimento firmato dal ministro dell’Interno Marco Minniti per “motivi di sicurezza dello Stato“: il 37enne, in carcere per reati comuni, aveva esultato per la strage al museo del Bardo di Tunisi e si era vantato di poter avvelenare l’acqua di Roma. Con il provvedimento odierno salgono a 203 le espulsioni dal nostro paese per terrorismo legato all’estremismo religioso a partire dal gennaio 2015.
Secondo quanto specifica il Viminale, il marocchino era già sotto la lente degli investigatori italiani e inserito nel “1° livello di analisi (Alto)” dal Dipartimento penitenziario dopo aver celebrato l’attentato di Tunisi, avvenuto il 18 marzo 2015 e costato la vita a 22 persone, compresi 4 italiani: a suo dire la strage era stata “una giusta risposta all’intervento militare della Coalizione internazionale nei Paesi di religione musulmana”.
Inoltre, chiarisce la nota del Viminale, aveva dichiarato che non avrebbe avuto difficoltà a entrare nello Stato Vaticano per compiere atti violenti o ad avvelenare la rete idrica di Roma.
In carcere, luogo sotto la stretta sorveglianza dell’antiterrorismo per l’alto rischio proselitismo, il 37enne si era avvicinato a un altro jihadista tunisino sempre legato all’ideologia dell’autoproclamato Stato Islamico dell’Isis: nel giugno 2015, aveva anche organizzato una violenta spedizione punitiva nei confronti di un altro recluso. Il 37enne è stato già imbarcato su un volo diretto in Marocco.
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