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Categories: Cronaca

Terremoto a Norcia, senatrice del M5S rilancia la bufala della magnitudo 6.0 falsata

Il terremoto torna a ferire il Centro Italia e, puntuali, rispuntano le teorie complottistiche a partire dalla bufala della magnitudo falsata. A rilanciarla è stata anche la senatrice del Movimento 5 Stelle Enza Blundo, vicepresidente della commissione istruzione, ricerca e beni culturali, che ha scritto un primo post su Facebook poi cancellato. Nella prima versione, l’esponente grillina scriveva che “il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1, ancora menzogne per interessi economici di governo!!! Anche il terremoto che ha distrutto L’Aquila fu ‘addomesticato’ a 5.8 …. Il tutto per non risarcire i danneggiati al 100%“. Il testo è stato preso d’assalto dagli utenti che l’hanno sommersa di critiche tanto che l’ha modificato, senza riuscire a fermare l’indignazione degli utenti, per poi toglierlo del tutto. Di cosa si tratta e perché è una bugia colossale?

La prima versione del post della senatrice Blundo

La seconda versione del post poi cancellato

La vulgata che gira su internet è che l’Istituto Nazionale di Geofisica, in ogni caso, abbassi la magnitudo di un terremoto al massimo a 6.0 perché una legge del governo Monti avrebbe fissato a 6.1 la soglia per i risarcimenti ai cittadini dovuti dallo Stato: abbassandola, non si avrebbe diritto ai finanziamenti per la ricostruzione. La tesi è che ci sia un enorme complotto di cui fanno parte scienziati, istituzioni e media, alleati per non dare soldi a chi ha perso la casa, il negozio o l’azienda in un sisma. Nulla di più falso.

LA BUFALA DELLA MAGNITUDO ABBASSATA DAL GOVERNO
La teoria del complotto si basa su due convinzioni: che i risarcimenti del terremoto siano stabiliti in base alla magnitudo e che ci sia una legge del governo Monti che li blocchi se sotto la magnitudo 6.0. In entrambi i casi siamo di fronte a falsità.

I risarcimenti per i danni da terremoto NON vengono stabiliti in base alla magnitudo ma in base all’intensità dei sisma. Sono due fattori distinti che hanno due misurazioni diverse: la scala Mercalli, che misura l’intensità del terremoto in base ai danni, e la scala Richter che calcola la magnitudo. Nel primo caso quindi si definisce un terremoto in relazione alle conseguenze per gli esseri umani, mentre nel secondo si tratta di un dato assoluto. Per capire meglio la differenza, pensiamo a un terremoto di magnitudo 7 o anche superiore in mezzo a un deserto: se non ci sono danni a cose e persone, la scala Mercalli sarà di zero.

Altro aspetto è la misurazione della magnitudo che spesso ha valori diversi se registrati in Italia o all’estero, punto su cui i complottisti costruiscono la teoria del “governo che ci vuole fregare”. Prima di tutto chiariamo cos’è la magnitudo: il dato indica l’energia sprigionata da un terremoto ed è calcolata con un’equazione misurando l’ampiezza delle onde su un particolare sismografo standard denominato “Wood Anderson”. La scala è stata calcolata dai sismologi Charles Richter e Beno Gutemberg nel 1935.

Lo schema dell’INGV sui tempi del calcolo della magnitudo

C’è poi da considerare che non esiste un’unica magnitudo. I sismologi calcolano la magnitudo Richter, detta anche Ml, magnitudo locale, ma anche la magnitudo di momento sismico, cioè la Mw, magnitudo momento, introdotta negli anni ’70 dal geofisico e sismologo giapponese Hiroo Kanamori.

Se è un calcolo su standard internazionali, perché ci sono dati diversi tra l’INGV e altri istituti nel mondo (nel caso del sisma del 30 ottobre, l’istituto giapponese calcola una magnitudo di 6.6)? La spiegazione è semplice: la magnitudo viene calcolata in diversi modi e si basa su dati in arrivo da diverse stazioni di controllo sparse su tutto il territorio. La spiegazione è pubblica e accessibile a tutti da sito dell’INGV: nessuna dietrologia, solo scienza.

Infine, il dato sulla famosa legge del governo Monti. Il riferimento è al decreto legge n.59 del 15 maggio 2012, approvato dall’esecutivo di Mario Monti: allora si stava tentando di dare il via alle coperture assicurative private per le abitazioni e le aziende in caso di calamità naturali, come avviene già in quasi tutti i paesi occidentali. Il decreto prevedeva che “al fine di consentire l’avvio di un regime assicurativo per la copertura dei rischi derivanti da calamità naturali” in certi casi fosse escluso “l’intervento statale, anche parziale, per i danni subiti da fabbricati“.

Cinque giorni dopo ci fu il terremoto dell’Emilia e lo stesso governo Monti firmò un decreto per la copertura totale dei danni. Il discorso fu accantonato del tutto con la legge n.100 del 12 luglio 2012 (qui il testo originale) che aboliva il famoso decreto del governo Monti.

Insomma, ovunque la si guardi, la storia della magnitudo abbassata è una bufala e chi continua a farla girare non fa altro che creare disinformazione pericolosa e offensiva per le vittime dei terremoti.

Lorena Cacace

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