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Tassa di soggiorno per turisti: allo studio nuovi aumenti


Il vantaggio della tassa sul soggiorno, da far pagare ai turisti stranieri, è di grande peso. Se il rischio è quello di mettere in difficoltà un settore, come quello del turismo, per il quale i segnali di ripresa sono molti, il governo non sembra curarsene, perché l’ipotesi allo studio è anche quella di voler giungere ad una vera e propria stretta su questo tipo di tassa. Eppure non manca chi fa notare come il tutto possa risolversi in un vero e proprio disastro. In particolare sindaci e albergatori sono davvero molto sensibili all’argomento. Nonostante questo, i tecnici del Ministero dei Beni Culturali e quelli del Ministero dell’Economia sono al lavoro per cercare di ricavare più soldi.

Fino a questo momento la tassa sul turismo non ha funzionato in maniera brillante, anche perché viene applicata soltanto in pochi comuni in tutto il territorio italiano. E’ stato calcolato che possa riuscire ad incrementare le casse comunali soltanto di 270 milioni di euro. Adesso le cose stanno per cambiare.

Gli incrementi

L’ipotesi è quella di riuscire ad aumentare la tassa sul soggiorno per i turisti stranieri, arrivando ad un aumento del tetto massimo, che oggi è fissato a 5 euro per notte a persona, con l’eccezione di Roma, dove si arriva anche a 7 euro. Quante sono le possibilità di riuscita di questo aumento? Gli esperti affermano che non ci sono molte opportunità, perché già la tassa di soggiorno applicata è molto pesante. Il dato risulta particolarmente evidente, se operiamo un confronto con gli altri Paesi. Basti pensare al fatto che a Parigi non si vada oltre ad 1,50 euro per notte.

Un altro problema è costituito dalla possibilità di studiare un incentivo fiscale che spinga ad applicare la tassa anche a quelle città che fino ad ora vi hanno rinunciato. Non mancano nemmeno i casi in cui si registra una vera e propria “evasione” della tassa di soggiorno. Si è scoperto, infatti, che ci sono degli hotel in cui l’imposta viene pagata separatamente dal conto. L’idea è quella di recuperare soldi direttamente dall’hotel, il quale, in queste condizioni, avrebbe tutto l’interesse a spingere i turisti stranieri a far pagare per bene.

Il presidente del consiglio ha promesso una legge di stabilità che taglierà le tasse, in particolare facendo riferimento all’abolizione dell’Imu e della Tasi sulla prima casa. Ma i due piatti sulla bilancia sono troppo differenti, anche perché la tassa di soggiorno arriva a far incassare ai comuni una cifra irrisoria rispetto a quei 3,5 miliardi che invece deriverebbero direttamente dall’applicazione dell’Imu e della Tasi.

Giorgio Rini

Giorgio Rini è stato collaboratore di Nanopress dal 2014 al 2017, occupandosi principalmente di politica, cronaca e spettacoli.

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