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Swipe Buster: il servizio per scovare partner fedifraghi

Con i moderni servizi di dating e le applicazioni per l’acchiappo come Tinder e compagnia bella, i partner fedifraghi sono sempre più difficili da scovare. A patto di mettersi a sondare i milioni di profili cercando quella foto che può ricordarlo/a o quell’indizio che può svelare l’arcano. Già, perché pensare che utilizzi il vero nome e la banale foto di Facebook (il profilo vero) sembra davvero utopico se non troppo stupido, ma talvolta succede. Per gli inguaribili gelosi ecco un servizio che può davvero fare al caso giusto. Si chiama Swipe Buster e si propone proprio di individuare il traditore. Scopriamo come funziona.

Partiamo dal fondo e dalla domanda più importante: ha un costo? Sì che ce l’ha, per la precisione viene cinque dollari ossia circa 4 euro e mezzo. Per questa somma può però fare benissimo le veci di un investigatore privato per andare a raccogliere prove incontrovertibili sul comportamento scorretto del partner. Il servizio più combattuto nonché quello protagonista è Tinder che sta diventando – soprattutto oltreoceano, ma sempre più anche da noi – il portale più utilizzato quando si vuole fare una scappatella sia da single sia da occupati. Il nome stesso di questa applicazione, chiamata Swipe Buster, significa proprio lo scova-swipe dove “swipe” indica lo scorrere col dito andando a scegliere o meno un potenziale approccio a un profilo che viene gradito.

Se anche l’altra persona effettua la stessa scelta allora si può comunicare in modo privato. Ebbene, grazie a questo semplice stratagemma, sono tantissime le persone che hanno potuto incontrarsi e diciamo divertirsi senza troppi pensieri. Tantissimi utenti sono sentimentalmente occupati eppure sfruttano l’app per scorribande non ufficiali. Per andare a scovarli ci pensa Swipe Buster che chiede un pagamento piuttosto basso e di essere informato su nome, età e città di provenienza. Restituirà poi informazioni incontrovertibili, visto che può andare a vedere tutti gli utenti attivi del portale. Come ci riesce?

L’app si appoggia alle API di Tinder ossia sull’interfaccia di programmazione all’interno della quale ci sono gli archivi o meglio dire le librerie con l’elencone di tutti i profili. Sì, ok, ma il cognome non è presente su Tinder, come può? Va ad incrociare anche le altre informazioni immesse al momento della registrazione sul sito. Verranno poi restituite informazioni complete come le attività recenti oppure l’ultimo login effettuato. E la privacy? In effetti questo buco su Tinder potrebbe essere presto coperto, rimane però il fatto che molto difficilmente i fedifraghi sono così poco accorti da utilizzare un profilo con il proprio vero nome e altri dati che consentono un’identificazione così rapida.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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