Il 5 giugno non si vota solo in Italia, ma anche in Svizzera per motivi totalmente differenti. Oggi infatti si è tenuto il referendum sul “reddito di base incondizionato”, la proposta prevedeva una rendita di 2.500 franchi (2259 euro) per i cittadini adulti e 625 (565 euro) per i minorenni. I cittadini svizzeri hanno respinto a grande maggioranza la proposta. Circa il 78% degli elettori infatti avrebbe votato contro l’iniziativa. Vediamo perché.
L’orientamento verso il no potrebbe destare meraviglia nei lettori italiani, ma in una società come quella svizzera, molto orientata alla meritocrazia, dare lo stesso emolumento a tutti è visto come un atto di buonismo ingiustificato. Inoltre reperire le risorse per garantire a tutti un reddito cittadino di questa entità comporterebbe una serie di tagli ad altri servizi pubblici, che diverrebbero a pagamento, o che se già a pagamento, diverrebbero più costosi. In Svizzera, paese in cui vige un’etica del lavoro ferrea, percepire un reddito senza averlo guadagnato è quasi una vergogna sociale.
IL PERCHE’ DEL QUESITO: I promotori ritenevano che in Svizzera si siano persi sempre più posti di lavoro a causa dell’automazione dei diversi settori produttivi e che vi sia una percentuale significativa di persone che svolgono un lavoro non riconosciuto e non pagato, come la cura dei bambini o di parenti malati o anziani. In questo contesto, un reddito minimo garantito per tutti avrebbe potuto porre fine a situazioni di povertà e alla dipendenza di alcuni cittadini dai servizi sociali, in un paese dove il costo della vita è tra i più alti del mondo.
Governo e Parlamento hanno spinto per votare no sul quesito inerente il reddito garantito per tutti i cittadini nati in Svizzera, mentre i promotori del sì hanno invocato il diritto all’abolizione della povertà e a una vita con maggiore tempo libero da dedicare anche alla famiglia.
Quello del reddito minimo cittadino non è stato l’unico quesito referendario per gli svizzeri: i cittadini elvetici sono stati anche chiamati a decidere su:
– profitti nelle prestazioni di base
– finanziamento dei trasporti
– esame genetico degli embrioni ottenuti con la fecondazione artificiale
– accelerazione delle procedure per l’asilo.
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