Save the Children comunica che due bambini sono morti per fame in Sudan: una crisi che potrebbe riguardare a breve poco meno di 20 milioni di persone.
Drammatica la situazione che sta delineandosi in Sudan: nel Darfur settentrionale, come fa sapere Save the Children, sono morti due bambini per fame.
Una situazione che va subito arginata, al fine di evitare che una crisi alimentare, di enorme portata, possa coinvolgere ben 18 milioni di persone che già stanno pagando gli effetti della guerra e della crisi economica, non avendo accesso, di conseguenza, all’acquisto di beni di prima necessità a causa della mancanza di denaro.
Nel Darfur settentrionale, due bambini sono deceduti per fame. Una crisi – denunciata da Save the Children – che potrebbe estendersi a macchia d’olio e riguardare ben 18 milioni di persone che inizieranno a soffrire la fame in maniera grave.
I bambini morti – un maschietto e una femminuccia – risiedevano nella città di El-Fashir. Una situazione che è emersa a causa del conflitto Russia-Ucraina, ma anche per la conseguente crisi economica e i raccolti esigui che non permettono alla popolazione di sfamarsi.
Negli ultimi 12 mesi, il Paese si è ritrovato ad affrontare tassi di inflazione elevatissimi, nonché prezzi dei generi alimentari lievitati alle stelle a causa della guerra tra Russia e Ucraina: pertanto, molte famiglie non possono avere accesso ai beni di prima necessità, in quanto troppo povere per comprarli.
Arshad Malik, direttore di Save the Children in Sudan ha spiegato che “La morte di due bambini per fame a El-Fashir è straziante. Chiediamo di fare ogni sforzo per limitare l’impatto di tutto questo su bambini e le famiglie. La comunità internazionale deve sostenere con urgenza il popolo sudanese in questo momento difficile“.
Save the Children invita la comunità internazionale a prendere posizione in questa drammatica situazione che si sta sviluppando in Sudan, al fine di evitare una crisi alimentare che potrebbe innescare una lunga scia di morti per penuria di cibo.
Pertanto, l’organizzazione non governativa chiede rifornimenti di cibo e assistenza ai bambini di famiglie colpite dalla dura crisi che si è sviluppata all’interno del paese, colpito – in maniera forte – nella sua principale attività, ossia la produzione agricola e gli allevamenti, che fungono da principali entrate economiche per la popolazione locale.
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