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Categories: Cronaca

Stupro Rimini: si cercano gli aggressori, 4 nordafricani ripresi in un video

E’ ancora caccia aperta ai responsabili dello stupro di Rimini, gli investigatori stanno cercando gli aggressori della coppia di turisti polacchi e del trans peruviano picchiati e violentati sulla spiaggia e lungo la Statale Adriatica. Il branco, formato da quattro uomini, sarebbe stato individuato grazie ai racconti delle vittime, di alcuni testimoni e dopo l’acquisizione dei video delle telecamere di sorveglianza dello stabilimento dove sono avvenute le violenze, che era chiuso al momento dell’aggressione.

I quattro aggressori hanno prima puntato la coppia di 26enni sulla battigia del bagno 130 ‘Chiara’, uno stabilimento balneare in località Miramare, alla periferia della città, hanno picchiato lui mentre violentavano a turno lei, poi dopo essere fuggiti dalla battigia di Miramare, i quattro, con tutta probabilità sotto l’effetto di alcol e droga, si sarebbero diretti verso la Statale Adriatica dove hanno preso di mira un transessuale peruviano, violentato a sua volta prima di essere gettato tra i rovi lungo la strada.

A RIMINI DALL’1 ALLE 5 C’E IL ‘COPRIFUOCO’
L’aggressione è avvenuta attorno alle 4 di mattina di sabato. La polizia scientifica è intervenuta subito dopo la denuncia, per i primi rilievi. Gli agenti hanno sequestrato gli indumenti della ragazza violentata, poi hanno ascoltato tutte le vittime e i testimoni. Pare sia stata ritrovata anche un’impronta digitale appartenente a uno dei violentatori. Il gestore dello stabilimento balneare si è detto “estremamente dispiaciuto” per il brutto episodio, e ha aggiunto che “Rimini è una città sicura, anche se le ore notturne sono più delicate, tanto che c’è il divieto di accesso alla spiaggia dall’1 alle 5“,

CACCIA AL BRANCO RESPONSABILE DELLO STUPRO DI RIMINI
La polizia ha visionato i video delle telecamere di sorveglianza dello stabilimento, chiuso al momento della violenza, nella speranza di ottenere indicazioni sull’identità dei quattro aggressori. Dalla questura emerge l’ipotesi che i colpevoli, forse nordafricani, fossero sotto l’effetto di stupefacenti o alcolici.

LE REAZIONI DEI POLITICI ALLO STUPRO DI RIMINI
Immediatamente molti esponenti politici hanno commentato la terribile vicenda: “Coppia di turisti aggrediti in spiaggia da quattro bestie, forse nordafricane. Donna stuprata e marito pestato. L’Italia ridotta come la peggiore delle favelas sudamericane”, ha scritto su Facebook la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

“Castrazione chimica, e non lo fanno più” ha commentato il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, per cui “la galera non basta” per “i quattro vermi ricercati”.

“Ancora una volta, purtroppo, dobbiamo assistere a episodi gravissimi figli di quella mentalità che vede le donne come oggetti da possedere e che sublima l’atto di possesso attraverso lo stupro e la violenza fisica”, hanno dichiarato le sostenitrici dell’iniziativa ‘Divieto di femminicidio, salviamone una in più’.

“Le forze dell’ordine facciano di tutto per assicurare alla giustizia i responsabili”, ha chiesto la senatrice Pd Francesca Puglisi, presidente della Commissione contro il femminicidio.

IL COMUNE DI RIMINI SI COSTITUIRA’ PARTE CIVILE
In una nota il comune di Rimini commenta così l’aggressione a una coppia di turisti polacchi al lido di Miramare nella notte tra venerdì e sabato scorso: “Il terribile episodio che si è consumato questa notte sulla spiaggia di Miramare ci sconvolge per la sua brutalità e bestialità. L’Amministrazione Comunale a nome dell’intera città esprime la totale, assoluta solidarietà e vicinanza alla ragazza vittima della violenza e a suo marito anch’esso oggetto di una feroce aggressione e si rende immediatamente disponibile per ogni forma di supporto e di aiuto di cui possano avere bisogno”. Prosegue il comunicato dell’amministrazione: “Siamo in costante contatto con il questore Improta che ci sta aggiornando sugli sviluppi di una vicenda che ferisce tutta la città e per la quale Rimini chiede giustizia. Rivolgiamo un appello anche ai cittadini affinché collaborino con le forze dell’ordine segnalando ogni elemento che possa essere utile all’indagine”.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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