Una studentessa ha portato il padre in tribunale perché le aveva ridotto la paghetta mensile a soli 20 euro. Il giudice le ha dato, ma solo in parte, ragione: la ragazza avrà diritto a 350 euro al mese ma non ai 2.577 euro richiesti.
La storia è stata raccontata dal Messaggero Veneto. Premessa: i genitori della studentessa, una ragazza di 26 anni, sono divorziati. Il padre, secondo lei, era venuto meno agli accordi presi durante il divorzio. Ossia di farle avere oltre 2500 euro al mese, per il mantenimento.
Il padre, infatti, le aveva ridotto la paghetta a 20 euro. Il motivo? Una punizione, perché la ragazza era andata fuoricorso all’università, non finendo in tempo gli esami della triennale.
La 26enne, però, ha deciso che la punizione era esagerata e ha portato il padre in tribunale. 20 euro, ha spiegato, non rispettavano gli accordi ma soprattutto non potevano assolutamente pagarle le spese universitarie, né svaghi e vacanze.
Il giudice le ha dato ragione. Ma solo in parte: niente assegno da 2.577 euro al mese ma da 500. Anzi, dopo il ricorso del padre, da 350 euro al mese. Una decisione a fini educativi. La possiamo interpretare così: se non fai tutti gli esami, non puoi pretendere una cifra così alta.
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