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Categories: Cronaca

Studentessa 15enne morta sotto il treno, su Facebook si scatena l’odio contro Beatrice

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Non è bastata la morte di una 15enne a fermare l’odio in rete. Come racconta il Corriere della Sera, alla già triste vicenda di Beatrice Inguì, studentessa di 15 anni probabilmente morta suicida sotto il treno a Porta Susa, Torino, si è aggiunta una pagina impietosa, quella dei commenti feroci e carichi di odio su Facebook. Protagonisti giovani e giovanissimi iscritti alla pagina “Giente Honesta”, gruppo fondato nel 2015 dal 24enne Mirko Bortolotto che oggi conta oltre 54mila iscritti. Sulla pagina del noto social network coetanei e ragazzi poco più grandi di Beatrice si accaniscono contro di lei anche dopo la sua morte, puntando il dito proprio contro il suo aspetto fisico, “colpevole” a loro dire di non essere secondo i canoni.

Al dolore per il suicidio di una 15enne, che non è stata in grado di resistere ai commenti sprezzanti e alle prese in giro di chi la considerava “grassa”, ora dobbiamo aggiungere lo sdegno e l’orrore per quei commenti che gli stessi bulli, ben protetti dall’anonimato di uno schermo, le scagliano ancora addosso.

Come racconta il quotidiano, tutto nasce da una domanda di un’utente piuttosto attiva del gruppo che chiede se la colpa non possa essere anche dei genitori della ragazzina, definiti “genitori di m.”.

Le risposte sono un tremendo collage di cattiverie. “Non sapevo che farsi mettere sotto da un treno fosse un metodo rapido di dimagrimento”, scrive un ragazzo di soli 20 anni da Milano. “Lei voleva solo farsi assottigliare dall’impatto”, aggiunge uno studente universitario iscritto a Urbino.

Il più agghiacciante tra i commenti raccolti dal giornale è quello di una quasi coetanea di Beatrice secondo la quale l’incidente dimostrerebbe che “i ciccioni preferiscono morire piuttosto che dimagrire”.

Una piccola raccolta degli orrori che apre una finestra sul mondo del bullismo e che esemplifica la vigliaccheria e la cattiveria di giovani e giovanissimi che usano i social per sentirsi più forti ferendo, purtroppo a volte a morte, i più fragili.

Lorena Cacace

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