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Strage Bataclan, Salah Abdeslam condannato all’ergastolo per gli attacchi di Parigi

Salah Abdeslam è stato condannato all’ergastolo, senza sconto di pena, per gli attacchi terroristici al Bataclan di Parigi.

Bataclan – Nanopress.it

I giudici hanno emesso verdetti per 20 uomini accusati degli attacchi terroristici del novembre 2015 a Parigi che hanno provocato la morte di 130 persone, concludendo il più grande processo nella storia francese moderna. Salah Abdeslam, l’unico sopravvissuto di un’unità jihadista di 10 uomini che ha portato il terrore nella capitale francese , è stato condannato all’ergastolo per il suo ruolo negli attentati e nelle sparatorie del 2015 in tutta Parigi.

Bataclan, Salah Abdeslam condannato all’ergastolo senza sconto di pena

A seguito di un processo durato oltre nove mesi, il tribunale speciale ha condannato Salah Abdeslam all’ergastolo, senza sconto di pena: condannati anche altri 19 uomini per il loro coinvolgimento nell’aggressione rivendicata dal gruppo dello Stato islamico.

Abdeslam è stato ritenuto colpevole di omicidio e tentato omicidio in relazione all’impresa terroristica. La corte ha ritenuto che il suo giubbotto esplosivo non funzionasse correttamente, respingendo l’argomentazione dell’imputato, secondo cui aveva abbandonato il giubbotto perché aveva deciso di non portare a termine l’attacco.

La sua condanna, la più dura secondo la legge francese, è stata pronunciata solo quattro volte in Francia – per reati legati allo stupro e all’omicidio di minori. Gli viene lasciata, infatti, solo una minima possibilità di libertà condizionale dopo 30 anni.

Tra gli altri imputati, 18 hanno ricevuto varie condanne per terrorismo e uno è stato condannato con un’accusa di frode minore. Sono state inflitte punizioni che vanno dalla sospensione della pena all’ergastolo. “È un verdetto equilibrato, duro per alcuni, meno per altri. Si chiama giustizia“, ​​ha detto Gérard Chemla, avvocato che rappresentava diversi querelanti al processo.

Salah Abdeslam – Nanopress.it

La presenza dell’ex presidente francese Hollande

François Hollande, ex presidente francese che ha testimoniato in tribunale a novembre, ha parlato di un processo “eccezionale” ed “esemplare“. “La Francia ha dimostrato che la nostra democrazia può essere severa senza mettere in discussione le sue regole e i suoi principi“, ha aggiunto.

Gli uomini sotto processo oltre ad Abdeslam erano sospettati di offrire principalmente supporto logistico o di aver pianificato altri attacchi. Tra questi Mohamed Abrini, che ha ammesso di aver condotto alcuni degli aggressori di Parigi nella capitale francese. Il tribunale gli ha dato l’ergastolo con 22 anni come termine minimo.

Sotto processo c’era anche il cittadino svedese Osama Krayem, che è stato identificato in un famigerato video del gruppo IS nel quale veniva mostrato un pilota giordano bruciato vivo in una gabbia. È stato condannato a 30 anni di carcere e gli è stato ordinato di scontarne due terzi dietro le sbarre, così come il collega jihadista tunisino Sofian Ayari. i due avrebbero pianificato un attacco all’aeroporto di Amsterdam.

Mohamed Bakkali, belga-marocchino, è stato condannato alla stessa pena per il suo “ruolo fondamentale” nella preparazione degli attentati di Parigi.

Un processo unico

In ogni caso, il processo sugli attentati di Parigi è stato senza precedenti per dimensioni e complessità. L’indagine ha richiesto sei anni e le udienze sono durate più di nove mesi, ospitate in un’aula di tribunale appositamente costruita all’interno del Palais de Justice del XIII secolo nel centro di Parigi, una costruzione con struttura in legno, dotata di sedie e panche per quasi 600 persone.

Dovremo essere pazienti“, ha avvertito, fin dall’inizio, il presidente Jean-Louis Périès, il cui abile equilibrio tra autorità e bonomia ha contribuito a garantire che il processo titanico si svolgesse senza incidenti.

Il processo  ha fornito un momento catartico per i sopravvissuti e i parenti dei morti, molti dei quali hanno espresso il loro dolore con testimonianze strazianti che si sono protratte per lunghe settimane. Circa 450 querelanti – circa un quarto degli iscritti al processo – si sono presentati al banco dei testimoni per fornire le loro prove.

Daniela Caruso

Laureata in Culture Digitali e della Comunicazione e in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, da diversi anni lavoro nel mondo digitale. Appassionata di disegno, canto, viaggi e di prodotti di bellezza.

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