Il sesso in carcere è un tabù, ma pur sempre un diritto dei detenuti. Ecco perché nella proposta di legge per concedere ai detenuti il diritto all’intimità, diritto che in altri Paesi è già legge, si chiede che vengano istituite le stanze dell’amore. A firmare questa proposta di legge che martedì 3 novembre 2015 inizia il suo iter in commissione Giustizia è Alessandro Zan, ex Sel e ora deputato Pd, già attivista LGBT: ”Viviamo in un Paese civile, il carcere deve essere punizione ma non barbarie, è in gioco il rispetto della dignità umana. L’alternativa alla proposta di legge è dare una delega al governo ma si vada fino in fondo. I tempi ci sono”, ribadisce. Cosa prevede la proposta di legge firmata in tutto da venti parlamentari?
Come si legge sul Messaggero, la proposta di legge firmata da Alessandro Zan prevede la possibilità per il detenuto di una visita al mese che può durare da sei a 24 ore in ”locali adibiti e realizzati a tale scopo senza controlli visivi e auditivi”. Qualsiasi persona che già accede ai colloqui potrà far visita al detenuto. Spetterà però al magistrato concedere i permessi ai ”condannati che hanno tenuto una regolare condotta” ed estenderli come premio fino ad un massimo di 45 giorni. I permessi ”di necessità” possono essere concessi non solo in caso di morte o malattia grave ma anche ”per eventi familiari di particolare rilevanza affettiva”, come la nascita di un figlio.
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