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“Sono musulmano e mi fido di te. Tu ti fidi abbastanza per darmi un abbraccio?“. Con queste parole scritte su un cartello, un giovane videoblogger musulmano, Baktash Noori, ha chiesto abbracci alla gente di Manchester nel cuore della città ferita dall’attacco alla Manchester Arena. Il giovane, con gli occhi bendati, si è messo lungo la centralissima Market Street e ha voluto riproporre l’esperimento sociale degli “abbracci alla cieca”, già usato in altre occasioni simili. Lo shock per la morte di 22 persone, tra cui bimbi e adolescenti, non ha lasciato posto alla rabbia e alla violenza, almeno stando alla risposta degli abitanti che si sono messi in fila per abbracciarlo.
Il video è stato visto e condiviso da moltissimi utenti e ha fatto il giro del web, dimostrando che all’odio si può rispondere con piccoli atti di gentilezza.
In una città sconvolta dalla brutalità dell’attacco al concerto di Ariana Grande, con bambini, adolescenti e famiglie colpiti in un momento di divertimento, poteva essere facile cadere preda dell’odio e della rabbia. Invece, la reazione è stata quanto di più commovente si poteva pensare.
Giovani e meno giovani, di ogni età, colore, sesso e forse religione, gli abitanti di Manchester si sono avvicinati e lo hanno abbracciato, fino a creare una coda di persone, in attesa del loro abbraccio. Il gesto è stato liberatorio per Baktash, che ha voluto abbattere i soliti cliché che vogliono tutti i musulmani terroristi e nemici dell’Occidente. Lo è stato però anche per la città di Manchester che ha dimostrato di non odiare su base religiosa ma di saper accogliere con amore e compassione.
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