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Sicurezza stradale: in Italia nel 2013 sono diminuiti gli incidenti

Oggi è stato diffuso il rapporto annuale del 2013 legato ai dati sull’incidentalità stradale in Italia. Risultato? E’ stata notata una diminuzione dei decessi sulle nostre strade. Secondo lo studio ACI-ISTAT, 368 vite sono state risparmiate rispetto al 2012, il che rappresenta il 10% in meno. Altra buona notizia è che ad essere stati risparmiati di più sono stati i ciclisti (-14%) e motociclisti (-14.5%). Ma nonostante ciò, il numero di vittime è sempre troppo elevate: basti pensare che ogni giorno muoiono 9 persone sulle nostre strade e 705 sono dei feriti della strada. Di conseguenza, l’Italia supera la media europea.

Ma nonostante l’Unione Europea abbia imposto la riduzione del 50% delle vittime entro il 2020, dobbiamo constatare – per fortuna – che il calo degli incidenti sulle nostre strade è una realtà, soprattutto se paragonato agli anni passati. Nelle città, il numero di incidenti nel 2013 è diminuito del 4.4% rispetto al 2012 con il -11.3% di morti e il -4.2% di feriti. Ed è proprio in questo ambiente che si concentra il 75% degli incidenti e quasi la metà dei morti. Le città più a rischio? Napoli, Catania, Trieste e Torino. Fuori città invece, la causa principale degli incidenti è la distrazione (20.4%), seguita dalla velocità eccessiva (17.5%) e la mancanza di distanza di sicurezza imposta (13.1%). Tornando in città, le principali cause che emergono dagli incidenti stradali sono legate al non rispetto dei semafori e della precedenza (19.1%), dalla distrazione (15.6%) e dalla velocità eccessiva (9.5%).

Concludiamo col dire che i nuovi sistemi di sicurezza sempre più all’avanguardia che equipaggiano le automobili di nuova generazione aumentano la sicurezza a bordo veicolo e non solo grazie a sistemi (semi)automatici in grado di intervenire in maniera autonoma sul veicolo in caso di pericolo imminente. Ma le tecnologie non bastano, ci vuole anche buon senso da parte di chi guida: purtroppo da questo punto di vista, l’automobilista italiano ha ancora molto da imparare dai suoi connazionali.

Umberto Sanna

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