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Shireen Abu Akleh, indagine NYT: la giornalista palestinese uccisa da proiettile israeliano

Il rapporto del New York Times punta il dito contro Israele sull’uccisione della giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh.

Shireen Abu Akleh – Nanopress.it

Il premier Shtayyeh ribadisce il rifiuto dell’indagine congiunta con Israele sulla morte del giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, affermando che Israele “ha fabbricato la storia di un popolo, rubando terra e patria“. Intanto, il NYT afferma che è stato un proiettile israeliano a porre fine alla vita della giornalista palestinese.

Giornalista palestinese uccisa da proiettile israeliano secondo il NYT

Un’indagine condotta dal New York Times afferma che un soldato israeliano “molto probabilmente” ha sparato a morte la giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, accodandosi a molte altre voci che sostengono la medesima versione, ossia che la corrispondente palestinese-americana sia stata uccisa dalle forze israeliane.

Il rapporto, pubblicato lunedì, sostiene che nessun uomo armato palestinese fosse vicino ad Abu Akleh nel momento in cui è stata uccisa nella Cisgiordania occupata, respingendo le prime teorie israeliane che incolpavano i palestinesi per l’incidente.

L’indagine si è basata su filmati, testimonianze e un’analisi acustica dei proiettili sparati nel periodo in cui la Abu Akleh è stato ucciso.

Un’indagine durata un mese del New York Times ha scoperto che il proiettile che ha ucciso Abu Akleh è stato sparato dalla posizione approssimativa del convoglio militare israeliano, molto probabilmente da un soldato di un’unità d’élite“, si legge nel rapporto.

Shireen Abu Akleh – Nanopress.it

Shireen Abu Akleh: un volto conosciuto nel mondo arabo

L’uccisione di Abu Akleh l’11 maggio ha suscitato indignazione internazionale. La giornalista uccisa ha seguito per 25 anni eventi e attacchi israeliani nel territorio palestinese occupato, diventando un volto familiare in tutto il mondo arabo.

È stata uccisa mentre indossava un completo protettivo per la stampa, che la identificava chiaramente come giornalista, mentre si preparava a seguire un raid israeliano nella città di Jenin, in Cisgiordania.

La scorsa settimana, Al Jazeera ha ottenuto un’immagine del proiettile che ha ucciso la giornalista, che le è stato estratto dalla testa. Secondo esperti balistici e forensi, il proiettile è stato progettato per perforare l’armatura e viene utilizzato nei fucili M4, trasportati dall’esercito israeliano.

La posizione della Palestina

Il primo ministro dell’Autorità Palestinese – Mohammad Shtayyeh – ha chiesto che Israele consegni un fucile che – pare – sia legato all’uccisione del giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh.

Chiediamo che consegnino il fucile che ha assassinato Shireen Abu Akleh“, ha detto Shtayyeh in una cerimonia tenuta a 40 giorni dalla morte della giornalista, deceduta, in circostanze controverse, a Jenin.

Mentre sia Israele che l’Autorità Palestinese stanno conducendo indagini separate sulla morte di Abu Akleh, l’analisi balistica che abbina proiettile e pistola è probabilmente l’unico modo definitivo per dimostrare se un soldato israeliano ha ucciso Abu Akleh. E dalla Palestina c’è il rifiuto di un’indagine congiunta.

Abbiamo rifiutato un’indagine congiunta, perché chi ha inventato la storia di un popolo, rubando terra e patria, può inventare una narrazione. Non ci fidiamo di loro“, ha detto Shtayyeh.

Daniela Caruso

Laureata in Culture Digitali e della Comunicazione e in Comunicazione Pubblica, Sociale e Politica, da diversi anni lavoro nel mondo digitale. Appassionata di disegno, canto, viaggi e di prodotti di bellezza.

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