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Russia, fermata la reporter Marina Ovsyannikova che aveva protestato contro la guerra

Marina Oysyannikova, celebre per aver mostrato in tv un cartello contro l’invasione in Ucraina è stata nuovamente fermata dalla polizia.

Marina Ovsyannikova – Nanopress.it

La giornalista quarantatreenne moscovita divenne famosa per avere pubblicamente protestato contro la guerra iniziata dalla Russia. Il 14 marzo 2022, poche settimane dopo l’inizio dell’operazione militare russa in territorio ucraino, Marina Oysyannikova aveva mostrato in diretta sul primo canale, il piú seguito, un cartello di protesta contro l’invasione.

La condanna di Marina Oysyannikova

La Ovsyannikova era diventata nota per una sua coraggiosa contestazione pubblica contro la guerra iniziata da Putin. La giornalista “no war”, nel mezzo della trasmissione del telegiornale del canale nazionale più visto dove lavorava, aveva esposto in diretta la scritta “No alla guerra”, e denunciato la propaganda russa. Per quelle immagini, che hanno fatto il giro del mondo, la reporter è stata arrestata e rilasciata con la condannata al pagamento di 50mila rubli (circa 800€).

Questo mercoledì il suo avvocato, Dmitri Zajvatov, comunica il nuovo arresto. Questa volta è accusata di aver “screditato” l’esercito russo divulgando false informazioni. È accusata dalla polizia di aver diffuso menzogne, sulle reti sociali, che danneggiano le forze armate russe.

La reporter, simbolo dell’opposizione alla guerra di Putin, rischia di perdere i due figli e di finire in galera. Infatti, per la nuova legge entrata in vigore in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, si prevedono pene detentive per la “diffusione di informazioni sulle forze armate ritenute false”.

Il cartello di protesta di Marina Ovsyannikova – Nanopress.it

L’armamento legale della censura russa

I legali della Ovsyannikova, hanno riferito che la polizia russa ha fermato la giornalista in mattinata, dopo aver perquisito l’abitazione in assenza dell’avvocato. Fonti giudiziarie confermano l’apertura di un’indagine ai suoi danni.

In base alla nuova “legge bavaglio” decisa dal governo, rischia fino a 15 anni di carcere per avere divulgato notizie che screditano l’offensiva militare russa. La polizia dovrà decidere adesso se mantenere la giornalista in detenzione preventiva o rilasciarla in attesa di giudizio.

Secondo i dati raccolti dall’organizzazione indipendente per i diritti umani, OVD-info, le persone detenute in Russia da quando è incominciata la guerra per protestare contro l’invasione dell’Ucraina e opporsi alle decisioni di Putin, sono più di 16mila.

Marco Lenzo

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