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Ruspe per profughi, disperati e senzatetto, ma difende i corrotti: è Matteo Salvini

Un attacco politico alla Regione meglio governata d’Italia”; “La Giunta della Lombardia non cadrà perché un giudice si è svegliato male”; “Uno sputtanamento mediatico per nascondere il problema del PD e le cene di Marino e Renzi”. Secondo Matteo Salvini, l‘arresto del vicepresidente della giunta lombarda Mario Mantovani sarebbe un’operazione orchestrata a tavolino dai “magistrati”. Anche l’assessore all’Economia Massimo Garavaglia, leghista, finisce indagato nell’inchiesta. Dimettersi? “Neanche per idea”, tuona il presidente della Lombardia, Roberto Maroni. Secondo il leader leghista, le accuse di corruzione, che hanno portato in carcere a San Vittore il numero 2 della Regione, sono solo politiche. Eppure, era il segretario del Carroccio, travolto da scandali, corruzione e arresti fino ai massimi vertici, a volere una “nuova Lega delle scope”: promettere di cacciare via i corrotti vale finché non li trovano?

Ricapitoliamo i fatti in breve. Martedì 13 ottobre, Mario Mantovani viene arrestato con le accuse di corruzione, concussione e turbativa d’asta poco prima di recarsi a un incontro della Giornata della Legalità. Il vicepresidente della Giunta lombarda, ex Assessore alla Sanità e sindaco di Arconate, secondo gli inquirenti avrebbe truccato le gare per il trasporto dei dializzati. Con lui finiscono in manette il suo collaboratore Giacomo Di Capua e Angelo Bianchi, ingegnere del Provveditorato alle opere pubbliche per la Lombardia e la Liguria, già arrestato nel 2008 per un caso di presunti appalti truccati in Valtellina e rinviato a giudizio nel 2012. Il gip chiede e ottiene il carcere preventivo perché i tre dimostrano “una spiccata capacità criminale” e una “propensione alla violazione delle regole”. Le gare venivano manipolate non in cambio di soldi ma di prestazioni: gli inquirenti avrebbero scoperto ben 12 casi in cui un suo amico architetto, Gianluca Parotti, ha ristrutturato immobili di sua proprietà gratis in cambio di incarichi pubblici e gare d’appalto.

Tra gli indagati c’è anche l’assessore Garavaglia. Per l’esponente leghista, consigliere di amministrazione della Cassa depositi e prestiti, l’accusa è di turbativa d’asta. Secondo i magistrati, Mantovani e Garavaglia avrebbero pilotato la gara per il trasporto dei pazienti in dialisi, bandito dal raggruppamento di tre Asl lombarde, per favorire la Croce Azzurra Ticina, onlus, scrivono i magistrari, “del territorio ricompreso tra Magenta e Legnano, per l’appunto corrispondente all’area di interesse dei due”. L’appalto ha un valore di 11 milioni di euro.

Ribadito che, fino al termine del processo, c’è la presunzione di innocenza, viene da chiedersi perché lo scandalo corruzione in Lombardia dovrebbe essere un attacco politico, mentre, per rimanere agli ultimi giorni, gli scontrini di Marino no. Se vanno bene le dimissioni del sindaco di Roma, perché l’assessore all’Economia della regione più ricca d’Italia deve rimanere al suo posto dopo una simile accusa? Perché è leghista?

Salvini ha sempre difeso tutti coloro che hanno ucciso ladri sorpresi in casa, ha urlato ai quattro venti di “metterli in galera e buttare la chiave”. Lo stesso giorno dell’arresto di Mantovani, alla Zanzara su Radio 24 parla del caso di Ermes Mattielli, condannato a 5 anni perché sparò a due ladri rom colti nel suo magazzino. In questo caso “è giusto crivellare di colpi un ladro. È esagerato aver ferito questi due delinquenti?“, si chiede. Quindi, sparare e uccidere una persona che ti entra in casa va bene: se il ladro è un politico, che ruba soldi nostri, è colpa dei magistrati. Il politico corrotto non è un ladro tanto quanto il rom che entra in casa?

Su Facebook, Salvini attacca. “L’assessore al Bilancio di Regione Lombardia, leghista onesto e concreto, è indagato (e sputtanato da stamattina) perché la sua colpa sarebbe di aver aiutato una Associazione di Volontariato del suo territorio, che trasporta malati e dializzati”, scrive.

Le regole della democrazia non valgono per la Lega? I servizi sanitari nazionali vengono attribuiti con una gara d’appalto pubblica a cui partecipano le società che ne hanno diritto, nell’ottica di dare il miglior servizio al minor costo. Nessun assessore può “aiutare una Associazione di Volontariato del suo territorio”: è contro le regole. Lo è a Roma e lo è anche a Milano.

Lorena Cacace

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