Roma, pazienti sulle barelle assistiti dopo giorni. Carenza di personale e di ambulanze: la difficile condizione del pronto soccorso della Capitale.
C’è mancanza di ambulanze al pronto soccorso di Roma, dove i pazienti spesso restano anche giorni sulle barelle prima di essere visitati dal personale medico. Una situazione che ha portato la struttura al collasso e a chiedere l’aiuto dell’Esercito per fronteggiare questa delicata situazione che si sta svolgendo all’interno del pronto soccorso capitolino. Anche nel settore privato è difficile trovare disponibilità per far fronte allo scenario che si è delineato, a causa della mancanza di personale medico disponibile.
Ambulanze mancanti, pazienti che attendono ore o giorni prima di essere visitati e penuria di posti letto: questa è la situazione che si è venuta a configurare al pronto soccorso di Roma, per la quale è stato chiesto dall’Ares l’intervento dell’esercito italiano.
A risentirne è anche il soccorso sul posto, visto che mancano i mezzi per raggiungere le persone che ne hanno bisogno e che vengono raggiunte dai paramedici anche dopo ore dalla prima chiamata effettuata.
Inoltre, una volta prelevate le persone e portate in pronto soccorso, manca lo spazio utile per poter trattare ogni singolo caso, nonché i posti letto. Le ambulanze disponibili, dunque, devono aspettare che si liberi un posto per prelevare altri pazienti e portarli presso la struttura per i dovuti controlli e le cure da parte del personale medico.
A peggiorare la situazione, già di per sé molto delicata e difficile da gestire, è l’impennata di casi di Covid che si è registrata nel Lazio, a causa della diffusione della nuova variante Omicron Ba5. Numeri che non si registravano da gennaio 2022.
Bisogna dire, però, che i ricoveri per Covid sono contenuti, al momento, quindi non c’è ancora una reale emergenza per quanto riguarda, nello specifico, le terapie intensive: le chiamate provenienti dai cittadini riguardano malori provocati dal caldo e dagli incendi che stanno provocando non pochi problemi alla popolazione.
La soluzione è quella di ricorrere a fornitori privati di ambulanze anche se, in questo settore, si registra un certo livello di sofferenza a causa del personale sanitario che scarseggia. Per questo motivo, si è ricorso all’esercito, con il quale l’Ares 118 ha una convenzione stipulata dalle prime ondate di Covid di inizio pandemia.
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