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Robot con pelle artificiale sensibile, l’innovazione del MIT

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La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo e non solo funge da protezione per tutto ciò che sta all’interno, ma è anche un potente strumento sensoriale. Allo stesso modo, i nuovi robot sviluppati dal MIT possono contare su una pelle artificiale che si muove in entrambe le direzioni operando in ambo i compiti. Direttamente dal Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (CSAIL) arrivano i primi prototipi di questa tecnologia che sfrutta naturalmente le stampanti 3D per la realizzazione di questo materiale soffice. Qui sopra un video dimostrativo, scopriamone di più e addentriamoci in questa innovazione dopo la continuazione.

La pelle artificiale, così come quella naturale, può proteggere dalle cadute e dalle collisioni e al tempo stesso raccoglie tonnellate di informazioni sull’ambiente così da poter operare movimenti più precisi e puntuali. Il Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory (CSAIL) ha messo a punto un materiale morbido e malleabile chiamato PVM ossia Programmable viscoelastic material che si presenta elastico e reattivo in ogni movimento. La stampante 3D crea questa copertura sensibile aggiungendo strato dopo strato in combinazione con una luce ultravioletta per solidificare le zone che invece non rimangono liquide.

Il risultato è un robottino cubico con un corpo rigido, due motori, un micro-controller, batteria, quattro strati con materiale metallico e un propulsore per il movimento. Inoltre, sensori vari per la misurazione delle informazioni. Quali applicazioni potrebbe avere questa tecnologia? Potrebbe prolungare di molto la vita di droni, migliorare la qualità di accessori come elmetti di sicurezza o scarpe da corsa e proteggere in modo più efficiente fotocamere e sensori.

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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