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Rich Kids of Teheran censurato su Instagram

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È finita la pacchia dei Rich kids of Teheran alias dei figli dei ricchissimi della capitale dell’Iran: la pagina Instagram è stata infatti censurata e cancellata dal social network. Le autorità del paese del vicino Oriente hanno deciso di chiudere l’accesso a questo spazio dato che mostrava opulenza e stile di vita troppo occidentale e troppo distante da quanto invece viene imposto ai normali cittadini che devono vivere non solo in povertà, ma non possono prendersi libertà che qui da noi sono assodate da tempo. E a mo’ di scherno nasce una contropagina chiamata Poor kid of Tehran che prende in giro e fa riflettere. Qui sopra, tutti gli scatti censurati.

I RICCHI FIGLI DEL POTERE IRANIANO

Chi sono questi ragazzi? Facilmente sono figli di politici, imprenditori e ex-nobiltà locale, ossia tutti i nuovi rampolli di quella parte di popolazione che non conosce crisi e non conosce disagi nemmeno nella guerra. Anzi, non ci sarebbe da stupirsi se tutti i soldi che sono stati gentilmente elargiti a questi giovinastri siano arrivati proprio dal business florissimo dei conflitti e della successiva ricostruzione post-bellica. Rick kids of Tehran ha anche una pagina ufficiale su Facebook, su Twitter e un canale su Youtube che sono stati prontamente resi irraggiungibili in Iran.

LE FOTO INCRIMINATE

Tutti i ragazzi partecipavano attivamente alla vita della pagina andando a pubblicare le foto che li ritraevano a bordo di fuoriserie esclusive, con animali esotici come tigri o leoni, sempre vestiti all’ultima moda con firme di lusso, soprattutto le ragazze con abiti che sarebbero impossibili da incontrare per le strade della capitale iraniana tra minigonne inguinali e tacchi a spillo. Non è durato a lungo perché è stato bruciato della stessa fiamma che lo alimentava ossia la voglia e il bisogno di apparire e di mostrare. Le autorità l’hanno chiuso senza pensarci troppo su. Le stesse autorità che probabilmente sono padri o madri dei protagonisti delle foto, ovviamente.

LA CONTROPAGINA DI DENUNCIA

Fa stupire che arrivino proprio da un paese dove si segnalano episodi inaccettabili come sei persone frustate 91 volte perché ballavano la canzone di William Pharrell “Happy” e di quella ragazza anglo-iraniana incarcerata per aver assistito a una partita di pallavolo maschile. La sperequazione degna e tipica di un paese con ancora troppi chiaro-scuri come l’Iran. Intanto appaiono foto beffarde in un altro profilo di Instagram chiamato poorkidoftehran con la vera realtà della capitale.

IRAN: LA PROTESTA CONTRO IL REGIME

Diego Barbera

Diego Barbera è stato un redattore interno di Nanopress fino al 2018. Si è occupato di tecnologia, sport, cronaca.

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