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Referendum, Renzi: ‘Il partito del No va da Travaglio a Grillo e vuole bloccare l’Italia’


Matteo Renzi a Piazza del Popolo a Roma per dire al Referendum Costituzionale, insieme alla maggioranza del Partito Democratico. Assente infatti la minoranza Pd (tranne Gianni Cuperlo). Fischi a Massimo D’Alema, attacchi ai partiti che sostengono il No, Movimento 5 Stelle in testa. Sono loro, ha tuonato il premier dal palco, a formare il vero partito della nazione.
COME SI VOTA PER IL REFERENDUM COSTITUZIONALE 2016

“Il vero partito della nazione è quello del No, che mette insieme Travaglio e Brunetta, che dice No da Berlusconi a D’Alema, da Salvini a Grillo. Può dire solo di No, questo è il partito che vuole bloccare l’Italia”, ha attaccato Renzi tra gli applausi della folla che si è radunata nella piazza romana sabato pomeriggio. Migliaia di bandiere Pd hanno sventolato accanto a quelle della Ue, con in sottofondo “Bella Ciao”. Scelta non gradita alla sinistra più radicale. Dietro le quinte, mentre il premier scaldava i sostenitori, ministri e parlamentari. Non quelli della minoranza dem che, con il Comitato del No di D’Alema, hanno acuito lo strappo interno al partito. Non sono mancati i fischi per D’Alema, citato da Renzi: “Ha detto delle parole sugli anziani che vorrei fossero state dette per sbaglio. Il punto è un altro, come mi ha detto un sindacalista dei pensionati che è qui: ‘noi votiamo sì, perché quelli lì abbiamo visti all’opera’”. Riferimento alla vecchia guardia. “Sostengono che se l’avessero scritta loro sarebbe stata migliore la riforma. Può darsi: il punto è che non l’hanno scritta, l’hanno discussa, contestata, chiacchierata, digerita e poi si sono dimenticati di scriverla. Il fatto che voi avete fallito non vuol dire che dovete far fallire noi”.

Cuperlo in piazza: “Spero ancora in un accordo”
A sorpresa si è presentato Cuperlo, l’unico volto della minoranza a metterci la faccia: “In questa piazza c’è un pezzo del popolo della sinistra, c’è la nostra gente: mi sembrava giusto passare ma penso anche a quel pezzo del popolo della sinistra che in questa piazza non c’è. Io fino all’ultimo spero possa esserci un accordo ma se questo atto non dovesse esserci, saremo costretti a non sostenere questa riforma”. Presenza apprezzata da molti sostenitori che l’hanno accolto con applausi e l’invito a restare uniti. Invito confermato da Renzi: “In questi mesi abbiamo avuto discussioni, qualche litigio di troppo. Il nostro destino non è litigare al nostro interno ma cambiare l’Italia. E farlo adesso. Non abbiamo aperto ma spalancato le porte sulla legge elettorale. Ora non si usi la legge elettorale come alibi perché siamo pronti a cambiarla. Il punto non è più questo ma è se vogliamo continuare a guardare soltanto la nostra storia o ci va di parlare finalmente del futuro del Paese”.

Renzi: “M5S non credibile”
Il premier non ha risparmiato attacchi ai 5 Stelle e al centrodestra: “Se parli di onestà ma non risolvi i problemi della tua città e del tuo paese non sei credibile, l’onestà è il minimo, è l’obiettivo base, ma bisogna riuscire a realizzare gli obiettivi e i progetti che ci si è prefissati”. Poi lo sberleffo alla sindaca di Roma Virginia Raggi per la storia dei frigoriferi: “Voglio dire una cosa a tutti i pullman venuti a Roma: nessuno si permetta di lasciare i frigoriferi in strada. Controlleremo. Perché noi ai complotti non ci crediamo”.

Stoccata anche a Forza Italia: “Aveva detto di Sì ma poi il Pd ha individuato una figura per fare il presidente della Repubblica che a loro non andava bene. Mattarella è un galantuomo e io sono orgoglioso che sia il presidente della Repubblica. Non avevano idea che sui valori fondamentali del Paese non ci sono inciuci possibili: io l’ho detto con chiarezza, nel Nazareno non c’è il presidente della Repubblica”. E sarcasmo su Matteo Salvini. Se teme il leader della Lega Nord? “Il Matteo che mi toglie il sonno non è Salvini, ma Messina Denaro. E lo prenderemo” (riferimento al superlatitante mafioso).

Francesco Minardi

Francesco Minardi è stata collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e politica interna ed estera,

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